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sabato 12 ottobre 2024
 
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Genitori e figli insieme a casa: riscopriamo il tempo da trascorrere insieme

05/03/2020  Lo psicoterapeuta Alberto Pellai riflette sulla situazione dettata dal coronavirus, con i figli a casa da scuola e gli adulti impegnati nello smart working. L'occasione per ritrovarsi più uniti e condividere parte del tempo. «Ora tutto si è rallentato: si sta più dentro e meno fuori. E forse, questo, potrebbe diventare anche un vantaggio per la nostra vita famigliare»

Chiusura straordinaria di tutte le scuole di Italia. Per i figli una vacanza. Lunga e inaspettata, un vero dono dal cielo per cui saranno grati a questa emergenza per sempre. In fin dei conti, loro in questo periodo hanno sentito tutti gli adulti attivarsi di ansia e preoccupazione. In concreto, però, è rarissimo che la minaccia Coronavirus abbia realmente intaccato la sicurezza dei loro legami familiari e amicali. Al momento, sono praticamente tutti vivi. Sia i parenti, sia gli amici. Un po' spaventati, ma tutti vivi. E per la quasi totalità, anche sani. Questo stop forzato da scuola, sembra dare molte più preoccupazioni agli adulti. Tanti di noi sono a casa in modalità “smartworking”. Ma mentre si è connessi e online con i colleghi di lavoro, si è al tempo stesso interpellati e intercettati dai figli. “Mamma mi aiuti con i compiti?”, “Papà giochi un po' con me?”, “Posso invitare il mio amico?”, “Perché non posso andare a basket?”.
In questi giorni tutte le nostre famiglie si trovano ad affrontare un’emergenza cui non eravamo pronti: la convivenza forzata con i figli. Una full immersione, che da mattina a sera ci vede coinvolti su due fronti, in contemporanea: quello professionale e quello genitoriale. Non è facile mantenere la lucidità, mentre si scrive una mail di lavoro con una mano e con l’altra si aiuta un figlio a terminare il suo puzzle. Si chiama modalità “multitasking”: l’abbiamo celebrata negli ultimi anni come una competenza nuova e assoluta dell’uomo sapiens del terzo millennio. Ma quando in quel “multitasking” ci devi mettere la pazienza, la capacità di sintonizzarti con i bisogni dei tuoi figli, la ricerca di nuovi stimoli per aiutarli a vincere la noia che li sta attanagliando, la sfida diventa dura e la parola “multitasking” suona non più “moderna e attraente”, ma faticosa e inquietante. Senza palestre, senza lezioni scolastiche, senza oratori aperti insomma senza esperienze aggregative e relazionali di qualsivoglia natura i nostri figli si aggrappano a noi e ci chiedono di essere lì, per loro e con loro. Ma noi dobbiamo essere un po' per loro e un po' per tutto il resto. E allora, si rischia di trovarsi inquieti e affaticati. Si vorrebbe fare tanto e alla fine ci si trova incapaci di fare qualsiasi cosa. 
Due o tre i consigli che mi sento di dare, anche alla luce della mia esperienza di genitore. In questo periodo in cui tutte le routine sono “saltate”, probabilmente bisogna imparare a definirne di nuove. Se dalle 9.00 alle 12.00 vogliamo essere molto prestanti nel nostro lavoro, è fondamentale che in quelle tre ore il tempo dei nostri figli sia ugualmente strutturato. Gli si può far capire che questa è una vacanza che ha delle regole. Che la scuola si è fermata, ma lo studio no. E quindi si fa con loro un contratto in cui “mentre io lavoro, tu studi”. Più facile a dirsi che a farsi, lo so. Però possibile. Un’alternativa è organizzarsi in “micronuclei”: oggi tengo io i tuoi figli domani ti occupi tu del mio. Nella giornata in cui abbiamo in casa più bambini, dobbiamo essere però flessibili e pazienti e non pensare di incastrarli dentro ad un palinsesto di cose da fare già strapieno. Altrimenti l’effetto diviene deflagrante. Infine, come al solito, la famiglia allargata può fungere da ammortizzatore sociale. Lo zia insegnante, il nonno in pensione, la cugina baby sitter: nel proprio nucleo di conoscenze c’è sempre qualcuno cui si può chiedere aiuto. E in un clima di emergenza, come quello attuale, è più facile sperimentare la solidarietà di chi ci vive accanto. 
Infine, mi viene da consigliare un’operazione tutta al contrario, per questi giorni. Invece di continuare a tenere tutti gli impegni in modalità multitasking, potremmo provare, per quanto possibile, ad approfittare di questa crisi, trasformandola in un’opportunità per rinforzare i legami famigliari. Per la prima volta, in molte famiglie si pranza e si cena tutti insieme. Molti genitori stanno insegnando ai loro figli a giocare a carte, dama, monopoli. Si guarda tutti insieme un film. Con questa aumentata voglia di stare in casa e stanchi di sentire parlare di CoronaVirus, ci si domanda sempre più spesso: e adesso che facciamo? E la risposta che troviamo spesso è inaspettata: giocare, parlare, ridere. Stare insieme. Facciamo fatica a gestire questa operazione così semplice e così complessa al tempo stesso, perché ci eravamo disabituati. Prima del Coronovirus le nostre vite erano piene di tutto, affollate di impegni, sempre di corsa e in casa ci si scontrava, più che incontrarsi. Ora tutto si è rallentato: si sta più dentro e meno fuori. E forse, questo, potrebbe diventare anche un vantaggio per la nostra vita famigliare, se la sappiamo cogliere come un’opportunità.
 

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