Deportazione. Parola tanto tetra, quanto netta. È il programma che anima la galassia “identitaria” sul tema migranti. Espulsioni di massa, viaggi di ritorno forzati verso quelle terre in guerra dove chi è partito rischia la vita. Battelli carichi di famiglie ormai radicate in Europa, con legami familiari, affettivi, di lavoro da recidere di netto. La chiamano “Remigrazione”, è un manifesto politico nato “obbedendo alla dichiarazione di guerra lanciata all’atto della nostra fondazione”, spiegano i testi di Generazione identitaria, l'organizzazione di estrema destra che ha diretto la missione anti Ong e anti rifugiati della C Star, la nave battente bandiera mongola ancora ferma davanti al porto di Malta. Un documento suddiviso in 23 punti (link: https://generazione-identitaria.com/remigrazione/), che racconta il volto duro del gruppo politico, fuori dagli schemi della propaganda e dei social, derivato direttamente dall'omonimo manifesto dei francesi di “Les identitaire”. Tesi da destra radicale, che fin dalla sua fondazione tesse alleanze con la Lega di Matteo Salvini.
Immigrati all'arrivo in Italia salvati dal Mediterraneo. In copertina: gli Identitari che hanno partecipato all'ultimo "campo estivo", in posa per la foto sul sito del gruppo.
IL MINISTERO DELL'IDENTITÀ
L'ultimo punto del manifesto richiama appartenenza locale, purezza, tradizione. Lo chiamano il “Ministero delle identità nazionali”, ha il compito di “proteggere, valorizzare, studiare” l'identità “sarda, piemontese, lombarda, veneta, siciliana, ecc.”. È la conclusione di una serie di provvedimenti che l'organizzazione propone come azione politica e di governo. Tutti finalizzati a espellere e deportare, di fatto, la maggior parte dei migranti dal nostro Paese. Vietata la preparazione tradizionale degli alimenti per islamici – la macellazione Halal – vietata la costruzione di minareti, riduzione drastica delle moschee, vietata la “propaganda a favore dell'immigrazione”, preferenza nel lavoro per gli italiani, nessun servizio sociale per chi non è cittadino italiano, blocco di tutti i processi di naturalizzazione. Razzismo? Piuttosto, scrivono gli identitari, va introdotto il reato di discriminazione a favore degli italiani. E, alla fine, la norma che di fatto porterebbe all'espulsione di gran parte dei migranti, “l'abolizione di qualsiasi tipo di ricongiungimento familiare”. Dunque, anche per le coppie miste, anche per le famiglie residenti da decenni in Europa. E di ius soli neanche a parlarne. Via tutti.
Chi si occuperà della deportazione – spiega “Generazione identitaria” ‒ sarà un “Alto commissariato per la remigrazione”, creato per attuare “nella maniera più pacifica e indolore possibile” il programma, con “un team formato e competente incaricato di gestire queste procedure in maniera onesta e corretta, nel rispetto dei diritti di tutti”. Estremismo minoritario?
CHE COS'È L'IDENTITARISMO?
L'organizzazione Bloc Identitaire – nata nel 2003 e divenuta lo scorso anno semplicemente “Les identitaire” ‒ spiega così il concetto di identità sul documento “Pour mieux connaitre les identitaires” (Per meglio conoscere gli Identitari, link): “L'identità difesa dagli identitaristi è molteplice e si articola su più livelli: identità carnale (regionale), identità storica (francese) e identità di civilizzazione (europea)”. La base è dunque il forte radicamento regionale che, sostiene l'organizzazione, è un qualcosa che si eredita dalla nascita, non può essere acquisita. L'analisi della migrazione va in questo senso, partendo dall'assioma dell'impossibilità di integrazione per i migranti e riconducendo tutti i mali del millennio allo sradicamento, al multiculturalismo, alla convivenza tra più culture. Lo stesso simbolo dell'organizzazione, il Lambda greco degli scudi degli spartani, riprende ‒ romanzando e semplificando la storia ‒ la contrapposizione con Atene, “contaminata” culturalmente dai Persiani. La conseguenza della visione identitaria è immediata: “In poche parole, finiamola con 'gli immigrati' e ritorniamo a 'gli stranieri'. L'identità è qualcosa che si eredita”. Dunque espulsione immediata per “clandestini e delinquenti” e deportazione in un tempo stabilito (“ad esempio 15 anni”) per tutti i migranti.
LO DICE ANCHE IL MEIN KAMPF
Dietro le parole, già di per se radicali, dei testi pubblici del movimento identitario si nasconde una realtà molto più cruda e diretta. In un film documentario di Paul Moreira una camera nascosta ha raccolto il discorso di un quadro di Bloc Identitaire: “A Norimberga non è stato condannato solo l'ariano bianco, è stato condannato l'uomo europeo e i valori che rappresenta. (…) La grande battaglia oggi è contro il meticciato. Mi sembra enorme. In quale famiglia oggi non c'è un meticcio? Tutti abbiamo una cugina che è sposata con un tipo di una razza improbabile. Come ha scritto un altro pensatore: 'L'animale si accoppia solo con un congenere della stessa specie'. È scritto in Mein Kampfs”. Torna l'incubo nazista, l'antisemitismo che i fondatori di Bloc Identitaire oggi evitano di richiamare, ma che si ritrova nei testi delle loro canzoni. Nel 1998 il gruppo nazirock Fraction Hesagon – composto, tra gli altri, dai due fondatori del movimento identitario Fabrice Robert e Philippe Vardon – cantava: “Une balle pour les sionistes, une balle pour les cosmopolites, une balle pour les yankees, une balle pour les élus, et une balle pour la p... (polizia, ndr)”. Ovvero una pallottola per i sionisti, per i cosmopoliti, per gli yankees, per gli eletti e per la polizia.
Per ora si sono accontentati di una nave contro migranti e Ong.