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martedì 05 novembre 2024
 
A un anno dal 7 ottobre
 

"Gli irriducibili della pace", le voci di israeliani e palestinesi che hanno abbracciato il perdono

02/10/2024  "Storie di chi non si arrende alla guerra in Israele e Palestina" è il sottotitolo del libro della giornalista Chiara Zappa: «Ho ascoltato le loro storie e ho deciso di raccontarle perché sono questi testimoni, e non i predicatori dell’odio, le avanguardie dell’unico futuro possibile nel cuore ferito del Medio Oriente»

Con l’escalation della guerra in Medio Oriente - che dopo Palestina e Israele ora lambisce anche il Libano e estende la sua ombra anche su Teheran -, usare la parola pace appare eufemistico. E forse anche eccessivamente provocatorio. Eppure c’è una donna palestinese e una israeliana, che oggi la riescono a dire: «Mi rifiuto di battermi per Israele senza battermi anche per la Palestina. Schieratevi per la pace, per l’umanità, per la dignità, per la vita». Sono Layla, palestinese, e Robi, israeliana. Entrambe hanno perso un figlio nel conflitto che da decenni sconvolge il Medio Oriente. Si sono incontrate nell’associazione Parents’ Circle, un forum di famiglie israeliane e palestinesi che da anni promuove percorsi di riconciliazione fra persone che hanno perso un congiunto nella lotta. «Una donna israeliana si è alzata e mi ha abbracciato chiedendomi scusa. Lì ho realizzato che condividiamo lo stesso dolore, che le nostre lacrime hanno lo stesso colore», aggiunge Layla.

La sua è una delle 10 storie di chi non si arrende alla guerra, che è il sottotitolo del libro Gli irriducibili della pace (TS Edizioni) di Chiara Zappa, giornalista del mensile Mondo e Missione, per cui cura anche il progetto di video-approfondimento Finis Terrae. Esperta di diritti umani, in particolare quelli delle donne e delle minoranze etniche e religiose, da anni si occupa di Medio Oriente: «Quella di Layla e Robi è solo una delle vicende di riconciliazione e di speranza raccontate in questa inchiesta. Oggi necessaria più che mai, perché serve coraggio anche solo per pensare alla pace. Come cittadina», spiega Zappa «prima ancora che da giornalista, ho notato che anche alle nostre latitudini si emettono dei giudizi spazientiti rispetto ai pacifisti, ovvero le persone che cercano di pensare e percorrere una via alternativa a quella delle armi. Le storie che ho raccontato sono di "pacifisti dall’interno”, che vivono i drammi e il conflitto sulla propria pelle. Queste persone non sono naif o idealiste, sono anzi le più pragmatiche di tutte perché se l'obiettivo è arrivare a una soluzione dei conflitti del Medio Oriente, l'unica via possibile è quella che perseguono queste persone».

Per suggellare queste vicende, la prefazione del libro è stata affidata a Noa, pseudonimo di Achinoam Nini, una cantante israeliana, nata a Tel Aviv da una famiglia di ebrei dello Yemen costretti a fuggire dal loro Paese a causa dell'ostilità instauratasi dopo la proclamazione dello Stato d’Israele, le cui canzoni sono fortemente influenzate dai dolori della guerra, dal terrorismo e le speranze. 

«Gli irriducibili della pace vuole anche raccontare le storie non solo di persone, ma anche di organizzazioni non governative, apolitiche, apartitiche e laiche, in cui sovente collaborano israeliani e palestinesi. Loro, spesso ostacolati dai loro stessi governi e dall’estremismo dilagante in entrambe le parti per motivi che spesso sono speculari, lavorano per la pace e hanno bisogno di avere una voce», aggiunge la giornalista di Mondo e Missione. Che aggiunge: «Mi sono imbattuta in scelte di vita difficili e audaci, che segnano intere famiglie ed esistenze, e che dopo il 7 ottobre 2023 si sono fatte ancora più cariche di conseguenze. La terribile guerra iniziata quel giorno non solo è costata un numero inimmaginabile di vite umane, ma ha dato anche lo stop a molte iniziative per il dialogo costruitesi negli anni tra i due popoli. La fiducia reciproca è precipitata, l’urgenza della vendetta ha spazzato via ogni altra considerazione».

 
 
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