Padre Gianni Criveller il 4 giugno 2002 a Hong Kong durante le manifestazioni in ricordo del massacro di piazza Tienanmen del 4 giugno 1989
Il cardinale Joseph Zen, 90 anni, è stato arrestato dalla polizia di sicurezza nazionale di Hong Kong insieme all'ex parlamentare dell'opposizione Margaret Ng e alla cantante Denise Ho. I tre, scrive il South China Morning Post, erano amministratori del “612 Humanitarian Relief Fund”, istituito per offrire assistenza finanziaria a coloro che erano coinvolti nelle proteste antigovernative del 2019. Nei loro confronti è stata formulata l'accusa di «collusione con forze straniere», una delle quattro tipologie di reati contemplati dalla contestata legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino all'ex colonia a giugno 2020 dopo numerose proteste popolari che hanno visto mobilitato anche il mondo cattolico.
Il porporato, dopo che la notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo e fatto reagire la Santa Sede con una nota ufficiale, è
stato rilasciato su cauzione dalla stazione di polizia di Wan Chai intorno alle 23 locali (le 17 in Italia). All'uscita, secondo quanto riportato dai media dell'ex colonia, non ha rilasciato commenti, entrando subito in un'auto privata parcheggiata nelle vicinanze. Era accompagnato da cinque persone.
Zen, salesiano, è stato vescovo di Hong Kong dal 2002 al 2009. «Sono molto sorpreso e addolorato. Non avrei mai pensato che si potesse arrivare a questo punto», commenta a caldo padre Gianni Criveller, missionario del Pime che ha vissuto a Hong Kong per ventisei anni e ora è preside del Seminario missionario teologico internazionale del Pime di Monza. «L’arresto di un cardinale, di per sé, è qualcosa di clamoroso», continua Criveller, «Zen è un amico e lo conosco di persona perché ci siamo frequentati per lunghi anni. Temevamo che il tema dei soldi potesse venir fuori. Lui ha ricevuto da amici sostegni economici che ha utilizzato per sostenere persone e cause a lui care come quella per la democrazia nel Paese. Nel mondo libero una cosa del genere non è motivo di scandalo. Zen vive una vita sobria, in una cameretta nell’istituto dei salesiani, non è immaginabile che abbia maneggiato soldi per arricchirsi personalmente. Che siano arrivati ad arrestare un cardinale per reati politici e d’opinione in base a una legge liberticida è davvero qualcosa di enorme».
Zen è una figura di primissimo piano sia di guida spirituale della comunità di Hong Kong sia del movimento democratico, noto per essersi esposto in prima persona contro le brutalità della polizia e la pressione di Pechino sull'ex colonia. L'alto prelato aveva aspramente criticato anche le politiche del Vaticano e le trattative con la leadership comunista cinese, prendendo di mira l'accordo provvisorio sulla nomina congiunta dei vescovi che era «irriguardoso», spiegò, nei confronti di quei milioni di fedeli che a costo della loro vita continuavano a coltivare la fede in Cina, sfidando la repressione e le vessazioni delle autorità.
«Personalmente non ho mai condiviso alcune critiche del cardinale sulla politica vaticana e l'accordo con la Cina», aggiunge Criveller, «ma al di là di questo, è un fatto che dal 2003 Zen sia stato soprannominato la “coscienza di Hong Kong” perché si è impegnato in prima persona e con coraggio per la libertà e la democrazia in un Paese sempre più martoriato. Come la Corea del Sud che ha avuto il cardinale Stephen Kim Sou-hwan che negli anni Ottanta ha portato il Paese alla democrazia accogliendo in Cattedrale coloro che protestavano per la democrazia, tra i quali molti protestanti, proteggendoli dalla repressione della polizia».
L'operazione su larga scala condotta oggi dalla polizia di sicurezza ha interessato gli ex amministratori del fondo: un quarto fiduciario, l'ex professore associato aggiunto Hui Po Keung, è stato arrestato martedì mentre stava per prendere un volo per la Germania. Hui, un eminente studioso, stava per assumere un importante incarico accademico in Europa. Il restante fiduciario, Cyd Ho Sau-lan, in carcere per il ruolo avuto nelle manifestazioni illegali durante le proteste del 2019, non è stato raggiunto al momento da alcun provvedimento restrittivo.
La legge sulla sicurezza nazionale, applicata anche retroattivamente a dispetto di ogni regola giuridica visti i profili penali, ha represso il dissenso a Hong Kong, comportando nelle casistiche più gravi la condanna all'ergastolo. Il “612 Humanitarian Relief Fund”, che ha aiutato i manifestanti arrestati a pagare le spese legali e mediche durante le proteste del 2019, è stato sciolto nel 2021 dopo che la polizia di sicurezza nazionale dell'ex colonia chiese la consegna dei dettagli operativi, comprese le informazioni sui suoi donatori e beneficiari. Poco prima della sua chiusura, la Lingnan University di Hong Kong confermò la fine di ogni rapporto contrattuale con Hui dopo oltre 20 anni di insegnamento, rifiutandosi di fornire le motivazioni della svolta a causa delle norme sulla tutela della privacy.
La reazione del Vaticano affidata a una nota della Sala Stampa: «La Santa Sede ha appreso con preoccupazione la notizia dell’arresto del Cardinale Zen e segue con estrema attenzione l’evolversi della situazione», si legge.