Quest’anno, per ovvie ragioni di assembramento e di rischio contagio, niente feste di Halloween, niente visite alle case per chiedere “dolcetto o scherzetto” e soprattutto niente party a base di streghette, film horror, demoni, zombie, fantasmini e via terrorizzando. Ma non ci siamo persi niente, anzi, ci abbiamo guadagnato. Dal male a volte può nascere qualcosa di benefico. L’emergenza Covid, con i suoi vincoli di protezione stringenti, può aiutarci a riscoprire il significato di certe tradizioni cristiane, come Ognissanti. E soprattutto riflettere su una festa, quella di Halloween, che cerca di occultarla e non ha nulla di cristiano e nemmeno di italico.
Personalmente l'ho sempre considerata una festa stupida, trovandomi d'accordo con il governatore della Campania Vincenzo De Luca e la sua ormai celebre definizione di "immensa americanata che abbiamo importato e che è un monumento all'imbecillità". Ma al di là degli aspetti consumistici, quella delle zucche è una festa che ha origini celtiche, inventata dai druidi, i sacerdoti di una religione ormai trapassata che contemplava persino i sacrifici umani, praticamente il contrario del cristianesimo. Ma non è soltanto una questione culturale. Che senso ha portare i bambini a infarcirsi la serata di film horror e poi inscenare una sorta di “sabbah” in onore di demoni, zucche e zombies? Per dirla con il frate cappuccino Paolo Carlin, coordinatore nazionale e portavoce dell’Associazione internazionale degli esorcisti, (intervistato in un interessantissimo libro di Fabio Marchese Ragona dal titolo Il mio nome è Satana. Storie di esorcismi dal vaticano a Medjugorie, Edizioni San Paolo) «Halloween così come si presenta può sembrare un evento innocuo o commerciale, di fatto è un evento che porta le persone che lo festeggiano a un introduzione a ciò che è l’esoterismo e l’occultismo». Capito?
Non solo. Carlin aggiunge: «Educare i bambini alla morte, alla paura, alle maschere dei vampiri, dei teschi e degli zombie non è un’educazione alle vita». Ecco perchè chi ha sale in zucca dovrebbe farne volentieri a meno. E magari collaborare a mettere in pratica un'idea di questo frate cappuccino: «Sarebbe bello invece, anziché studiare la festa delle streghe e dei fantasmi, studiare i Santi e fare le maschere dei Santi».