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Il Papa si è recato a sorpresa, questo pomeriggio, a pregare al centro di Roma sulla tomba di Santa Monica, la madre di Sant’Agostino, che da lei, ha avuto a dire Francesco, ricevette «il seme dell’inquietudine».
La sala stampa vaticana ha reso noto che oggi, giorno di Santa Monica, «Papa Francesco si è recato in visita alla Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, e si è fermato a pregare nella Cappella di Santa Monica, madre del Santo cui è dedicata la chiesa, la cui tomba è lì custodita». Dopo la preghiera nella chiesa che si trova vicino alla centralissima piazza Navona, Jorge Mario Bergoglio ha fatto rientro in Vaticano.
Papa Francesco ha additato più volte santa Monica come modello da imitare, soprattutto per la preghiera costante rivolta a Dio, dialogo di fede che ha sostenuto il suo cammino cristiano.
In una messa mattutina nella Cappella della Casa Santa Marta, l’11 ottobre 2018, il Papa, ricorda Vatican News, ha definito la preghiera «un lavoro: un lavoro che ci chiede volontà, ci chiede costanza, ci chiede di essere determinati, senza vergogna. (…) Una preghiera costante, invadente. Pensiamo a Santa Monica per esempio, quanti anni ha pregato così, anche con le lacrime, per la conversione del figlio. Il Signore alla fine ha aperto la porta».
«Nel nostro cuore dobbiamo sempre avere una “santa inquietudine” nella ricerca del vero bene che è Dio», ha scritto oggi lo stesso Francesco via Twitter. «Aiutiamo gli altri a sentire la sete di Dio. È Lui che dona pace e felicità al nostro cuore».
Parole che riecheggiano quanto disse Jorge Mario Bergoglio in una messa di apertura al capitolo generale degli agostiniani il 28 agosto del 2013, quando ha elogiato «l’inquietudine della ricerca spirituale»: «Agostino vive un’esperienza abbastanza comune al giorno d’oggi: abbastanza comune tra i giovani d’oggi. Viene educato dalla mamma Monica nella fede cristiana, anche se non riceve il Battesimo, ma crescendo se ne allontana, non trova in essa la risposta alle sue domande, ai desideri del suo cuore, e viene attirato da altre proposte». Nelle Confessioni, disse ancora il Papa, «leggiamo questa frase che un vescovo disse a santa Monica, la quale chiedeva di aiutare suo figlio a ritrovare la strada della fede: "Non è possibile che un figlio di tante lacrime perisca". Lo stesso Agostino, dopo la conversione, rivolgendosi a Dio, scrive: "per amore mio piangeva innanzi a te mia madre, tutta fedele, versando più lacrime di quante ne versino mai le madri alla morte fisica dei figli". Donna inquieta, questa donna, che, alla fine, dice quella bella parola: cumulatius hoc mihi Deus praestitit! (il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente). Quello per cui lei piangeva, Dio glielo aveva dato abbondantemente! E Agostino è erede di Monica, da lei riceve il seme dell’inquietudine. Ecco, allora, l’inquietudine dell’amore: cercare sempre, senza sosta, il bene dell’altro, della persona amata, con quella intensità che porta anche alle lacrime».





