(foto in alto: Copyright, Javier Martinez-Brocal/Rome Reports)
Dopo essere uscito per comprare un paio di scarpe e gli occhiali, papa Francesco sorprende ancora una volta con le sue visite inattese nel centro di Roma.
Intorno alle 19 di martedì è andato in un negozio di dischi vicino al Pantheon, a Roma. I proprietari sono suoi vecchi amici, Jorge Mario Bergoglio era un loro «cliente di vecchia data» prima di diventare pontefice. E aveva promesso loro di tornare a trovarli da Papa: oggi ci è riuscito, emozionando i commercianti dell’esercizio commerciale di via Minerva. La visita è durata in tutto dodici minuti circa, e i negozianti gli hanno regalato un disco di musica classica. Francesco è poi risalito su una Fiat 500 ed è tornato in Vaticano.
A notare il Papa uscire dal negozio «Stereosound» con un 33 giri sotto il braccio è stato il vaticanista spagnolo Javier Martínez-Brocal, direttore dell’agenzia Rome Reports, che ha pubblicato la foto (in alto, ndr) sul suo profilo Twitter.
La titolare di «Stereosoud» ha detto al Corriere della Sera che è stata «un’emozione immensa», una visita a sorpresa di Francesco: «Il Santo Padre è appassionato di musica ed era già nostro cliente, anni fa, quand’era ancora cardinale e passava per Roma. Poi, ovviamente, non lo abbiamo più visto. E adesso ci è venuto a trovare, per salutarci…il disco? È un regalo che gli abbiamo fatto, un disco di musica classica…».
Sui suoi gusti musicali, Francesco ne aveva parlato con il direttore de La Civiltà Cattolica, il gesuita padre Antonio Spadaro: «In musica amo Mozart, ovviamente. Quell’Et Incarnatus est della sua Missa in Do è insuperabile: ti porta a Dio! Amo Mozart eseguito da Clara Haskil. Mozart mi riempie: non posso pensarlo, devo sentirlo. Beethoven mi piace ascoltarlo, ma prometeicamente. E l’interprete più prometeico per me è Furtwängler. E poi le Passioni di Bach. Il brano di Bach che amo tanto è l’Erbarme Dich, il pianto di Pietro della Passione secondo Matteo. Sublime. Poi, a un livello diverso, non intimo allo stesso modo, amo Wagner. Mi piace ascoltarlo, ma non sempre. La Tetralogia dell’Anello eseguita da Furtwängler alla Scala nel ’50 è la cosa per me migliore. Ma anche il Parsifal eseguito nel ’62 da Knappertsbusch».