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giovedì 10 ottobre 2024
 
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Il Papa ai giovani: «Abbiate il coraggio del dialogo»

13/09/2024  Il Pontefice parla a braccio ai ragazzi e ricorda che ogni dittatura è cominciata tagliando il dialogo. Poi chiede loro di lottare contro il bullismo e di avere il coraggio di costruire lasciando le zone "confortabili"

Il coraggio di andare avanti, di uscire dalle zone «confortabili» per costruire, insieme, il futuro. Papa Francesco parla ai giovani di Singapore, dopo aver ascoltato le testimonianze di tre ragazzie, un indù, una sikh e una cattolica, e li sprona al dialogo. Bisogna osare perché «un giovane che sceglie di essere sempre, nella sua vita, in un mondo confortabile è un giovane che ingrassa, ma non ingrassa la pancia, ingrassa la mente. Per questo dico ai giovani: rischiate, uscite. Non abbiate paura. La paura è un atteggiamento dittatoriale che ti fa paralizzare». Il Pontefice definisce i ragazzi «coraggiosi e sfacciati» e vuole parlare con loro a braccio sottolineando tre parole che lo hanno colpito: essere «critici da salotto», cercare le «zone di comfort» e l’uso delle «tecnologie». La nuova generazione deve camminare «verso la verità», dice il Papa. I giovani devono «essere creativi e stare attenti a non cadere nei critici di salotto, quelli che fanno solo bla bla bla». La critica va bene, ma solo quando è costruttiva, «perché se è distruttiva non si va avanti». E se «è vero che tante volte i giovani sbagliano», bisogna considerare che questo è normale, ma «l'importante è rendersi conto dello sbaglio». Non si deve avere paura di cadere, non rimanere paralizzati, ma «occorre rischiare». E, per le nuove tecnologie, cercare di non essere schiavi dei cellulari per non diventare «giovani dispersi». Infine, dopo averli esortati a lottare contro il bullismo «che è sempre aggressione», chiede loro di impegnarsi nel dialogo interreligioso. «Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio. Dio è Dio per tutti. E noi siamo tutti figli». Bisogna ricordare questo e dialogare perché, ha ricordato, «ogni dittatura nella storia, la prima cosa che fa è tagliare il dialogo».

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