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Il Papa al padre di Alfie: «Il tuo amore come quello di Dio che non si rassegna a perderci»

18/04/2018  A raccontarlo è il Vescovo di Carpi, Francesco Cavina, che era presente all'incontro tra Francesco e Thomas Evans: «Il Santo Padre mi ha incaricato di mantenere i rapporti con la Segreteria di Stato perché il Bambino Gesù faccia il possibile per accogliere Alfie, è quello che stiamo cercando di fare ma non è facile»

È stato il vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina, a chiedere al Papa la possibilità di un colloquio con il papà di Alfie, Thomas Evans, giunto mercoledì a Roma da Liverpool. «L'incontro è stato deciso ieri mattina, dopo che mi era arrivata una richiesta da Liverpool, se era possibile avere da parte del Santo Padre un incontro con il papà di Alfie, Thomas, perchè c'era stata la sentenza della Corte d'appello che riaffermava la decisione della Corte di primo grado, cioè che bisogna staccare il ventilatore e lasciare morire questo bambino. Devo dire che nel giro di venti minuti il Santo Padre ha espresso tutto il suo desiderio di poter incontrare Thomas», racconta il vescovo a Vatican News. «Questo incontro è durato 20 minuti ed è stato un incontro, mi sembra di poter dire, di grande commozione». Il Papa, spiega, «era partecipe di quello che stava raccontando il papà di Alfie e a un certo punto ha detto: “Io la ammiro per il coraggio che lei ha, è così giovane ma ha il coraggio di difendere la vita di suo figlio”. E addirittura ad un certo punto ha detto che il coraggio di questo padre è simile all'amore che Dio ha nei confronti dell'uomo che non si rassegna a perderci. E penso che quello sia stato il momento più commovente».

Thomas Evans, «ha raccontato il suo dolore, perché era questo il desiderio che lui aveva, condividere con il Santo Padre il suo dolore e poi ha spiegato che cosa sta subendo da parte dell'ospedale che dovrebbe avere in cura Alfie, che non permette alla famiglia di poterlo far curare in un ospedale diverso. E soprattutto ha riportato al Santo Padre cose che naturalmente il Santo Padre già conosceva, quello che dicono i giudici e cioè che la vita di questo bambino è assolutamente inutile. Thomas invece ha voluto ribadire che Alfie è figlio di Dio e proprio perché è figlio di Dio ha diritto, dal momento che è Dio che gli ha dato la vita, a far sì che sia Dio a togliergliela quando Dio ritiene che sia giunto il momento. E proprio per questo lui combatte, è pronto a combattere fino alla fine».

Per monsignor Cavina, «da questo incontro scaturisce che il Santo Padre mi ha incaricato di mantenere i rapporti con la Segreteria di Stato perché il Bambino Gesù faccia tutto il possibile per potere accogliere Alfie nella propria struttura sanitaria. E quindi è quello che stiamo cercando di fare in questo momento. Poi è chiaro che ci sono grosse difficoltà da un punto di vista legislativo e giuridico: vediamo quindi se è possibile superarle».

“Non ci credo! Non ci credo a quello che il Santo Padre mi ha detto!”

Il papà di Alfie, continua monsignor Cavina, «è uscito molto rincuorato. Al termine dell'incontro, quando siamo rimasti soli, era molto commosso e diceva: “Non ci credo! Non ci credo a quello che il Santo Padre mi ha detto!”, proprio per la commozione, per l'emozione che ha vissuto. Per arrivare oggi hanno fatto un viaggio assurdo: sono dovuti andare ad Atene e poi da Atene a Roma: quindi hanno praticamente viaggiato tutta la notte, anche profondamente stanchi da un punto di vista fisico. Per quel che penso io, non tutto è risolto», ha concluso monsignor Cavina, «bisogna dire così, perché, se non riusciamo a trovare una disponibilità da parte dei giudici e degli ospedali inglesi, tutto diventerà molto più difficile, e tutto corre il rischio di rimanere in un impasse come quello in cui ci troviamo adesso. Bisogna continuare a pregare».

Anche Thomas Evans ha raccontato ai giornalisti in piazza San Pietro il suo incontro con Bergoglio: «Il Papa ci ha chiesto: portatelo qui!», ha riferito, «ho detto al Papa che nessuno nel mondo, nessun dottore, nessun ospedale ha il potere di prendere la vita di mio figlio: soltanto Dio può farlo, e il Papa si è dichiarato d’accordo con me», come poi ha detto al termine dell’udienza. «Noi vogliamo venire qui, vogliamo che Alfie sia trasportato in Italia dove tutti gli vogliono bene», ha riferito il padre di Alfie assicurando che suo figlio «non sta per morire, è molto stabile, è pronto per volare in Vaticano dove la gente, i dottori e l’ospedale lo vogliono».

Il riferimento indiretto è all’ospedale padiatrico Bambino Gesù, che – come era avvenuto anche nel caso di Charlie Gard – ha inviato una sua équipe a settembre in Inghilterra per visitare il piccolo, dichiarando la sua disponibilità ad ospitarlo nelle sue strutture per accompagnarlo in questa fase della sua vita. «Il Papa ci ha suggerito di cominciare a chiedere l’asilo, e lui stesso si è preso questo impegno, ha cominciato ad agire in questo senso», ha dichiarato Thomas: «Alfie è un figlio di Dio, e come tutti i figli di Dio, se deve morire, morirà nei tempi che Dio ha previsto per lui. Voglio ringraziare ancora una volta Papa Francesco perché ci ha aperto le porte», ha aggiunto Thomas.

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«Alfie è parte della famiglia italiana»
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