Maria rappresenta la contemplazione, Marta l’azione. Ma «la sapienza del cuore sta proprio nel saper coniugare questi due elementi: la contemplazione e l’azione. Marta e Maria ci indicano la strada». Papa Francesco all’Angelus, davanti a migliaia di fedeli arrivati in piazza San Pietro, si sofferma sull’episodio evangelico nel quale l’evangelista Luca narra la visita di Gesù a casa di Marta e di Maria, le sorelle di Lazzaro. E ricorda che «cinquant’anni fa come ieri l’uomo mise piede sulla luna, realizzando un sogno straordinario».
Francesco spiega nei dettagli il Vangelo odierno e sottolinea come entrambe le sorelle di Lazzaro accolgono Gesù. Ma con due atteggiamenti differenti: «Maria», ricorda il Papa, «si siede ai suoi piedi ad ascoltarlo; lascia quello che stava facendo per stare vicina a Gesù: non vuole perdere nessuna delle sue parole. Tutto va messo da parte perché, quando Lui viene a visitarci nella nostra vita, la sua presenza e la sua parola vengono prima di ogni cosa. Il Signore ci sorprende sempre: quando ci mettiamo ad ascoltarlo veramente, le nubi svaniscono, i dubbi cedono il posto alla verità, le paure alla serenità, e le diverse situazioni della vita trovano la giusta collocazione. Il Signore sempre, quando viene, sistema le cose, anche a noi».
Nella figura di Maria, l’evangelista Luca «mostra», ricorda Bergoglio, «l’atteggiamento orante del credente, che sa stare alla presenza del Maestro per ascoltarlo e mettersi in sintonia con Lui. Si tratta di fare una sosta durante la giornata, di raccogliersi in silenzio, qualche minuto, per fare spazio al Signore che “passa” e trovare il coraggio di rimanere un po’ “in disparte” con Lui, per ritornare poi, con serenità ed efficacia, alle cose di tutti i giorni. Lodando il comportamento di Maria, che “ha scelto la parte migliore”, Gesù sembra ripetere a ciascuno di noi: “Non lasciarti travolgere dalle cose da fare, ma ascolta prima di tutto la voce del Signore, per svolgere bene i compiti che la vita ti assegna”».
Marta, invece, «aveva il carisma dell’ospitalità» e «mentre Maria sta ad ascoltare Gesù, lei è tutta presa dai molti servizi. Perciò Gesù le dice: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose”. Con queste parole», aggiunge il Pontefice, «Egli non intende certo condannare l’atteggiamento del servizio, ma piuttosto l’affanno con cui a volte lo si vive. Anche noi condividiamo la preoccupazione di Santa Marta e, sul suo esempio, ci proponiamo di far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’accoglienza, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi “a casa”, specialmente i piccoli e i poveri quando bussano alla porta».
Fedeli in piazza San Pietro per l'Angelus di papa Francesco (Ansa)
«Se vogliamo assaporare la vita con gioia, dobbiamo associare contemplazione e azione»
Qual è dunque l’insegnamento da trarre? «Il Vangelo di oggi», risponde il Papa, «ci ricorda che la sapienza del cuore sta proprio nel saper coniugare questi due elementi: la contemplazione e l’azione. Marta e Maria ci indicano la strada. Se vogliamo assaporare la vita con gioia, dobbiamo associare questi due atteggiamenti: da una parte, lo “stare ai piedi” di Gesù, per ascoltarlo mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’ospitalità, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità. Ci vuole questa ospitalità». E conclude invocando «Maria Santissima, Madre della Chiesa», affinché, dice, «ci doni la grazia di amare e servire Dio e i fratelli con le mani di Marta e il cuore di Maria, perché rimanendo sempre in ascolto di Cristo possiamo essere artigiani di pace e di speranza. E questo è interessante: con questi due atteggiamenti saremo artigiani di pace e di speranza».
Dopo la preghiera dell’Angelus, Francesco ricorda la missione spaziale dell’Apollo 11 che 50 anni fa, per la prima volta nella storia, mise piede sulla luna: «Possa il ricordo di quel grande passo per l’umanità accendere il desiderio di progredire insieme verso traguardi ancora maggiori: più dignità ai deboli, più giustizia tra i popoli, più futuro per la nostra casa comune».