Non basta leggere le Sacre Scritture, bisogna comprenderne il «succo» e andare oltre la «scorza»: a pochi giorni dal Motu proprio Aperuit illis con il quale ha istituito una domenica dedicata specificamente alla Bibbia, «libro del popolo di Dio», papa Francesco torna sul corretto approccio alla Parola di Dio, in occasione dell’udienza generale in piazza San Pietro. Jorge Mario Bergoglio ha proseguito un ciclo di catechesi dedicato agli Atti degli apostoli e si è soffermato sull’episodio nel quale il diacono Filippo incontra un alto funzionario della regina di Etiopia che, nonostante i suoi gradi, ha la «umiltà» di chiedere lumi sul rotolo del profeta Isaia che sta leggendo in viaggio.
«Quell’uomo potente riconosce di avere bisogno di essere guidato per comprendere la Parola di Dio. Era grande banchiere, era il ministro dell’economia, aveva tutto il potere dei soldi ma sapeva che senza la spiegazione on poteva capire, era umile», ha notato il Papa, che ha proseguito: «Questo dialogo tra Filippo e l’Etiope fa riflettere anche sul fatto che non basta leggere la Scrittura, occorre comprenderne il senso, trovare il “succo” andando oltre la “scorza”, attingere lo Spirito che anima la lettera. Come disse Papa Benedetto all’inizio del Sinodo sulla Parola di Dio – ha proseguito Francesco – “l’esegesi, la vera lettura della Sacra Scrittura, non è solamente un fenomeno letterario … E’ il movimento della mia esistenza”. Entrare nella Parola di Dio è essere disposti a uscire dai propri limiti per incontrare Dio e conformarsi a Cristo che è la Parola vivente del Padre».
Papa Francesco ha voluto sottolineare, nel seguito della catechesi, che a spingere Filippo verso l’etiope è stato lo Spirito Santo: «Lo Spirito santo è il protagonista dell’evangelizzazione», ha rimarcato il Papa, che ha poi improvvisato un colloquio con un immaginario interlocutore. «Padre vado a evangelizzare», «e cosa fai?», «cerco di convincere la gente che Gesù e Dio», «caro questa non è evangelizzazione, se non c’è Lo Spirito santo non c’è evangelizzazione, questo può essere proselitismo, pubblicità, ma l’evangelizzazione è lasciare che lo Spirito santo sia lui a spingerti all’annuncio, con la testimonianza, anche con il martirio, e con la parola».
«Ho detto che il protagonista dell’evangelizzazione è lo Spirito santo – ha concluso il Papa – e qual è il segno che tu cristiano cristiana sei evangelizzatore? La gioia, anche nel martirio, e Filippo pieno di gioia va in altra parta a predicare il Vangelo. Che lo Spirito faccia dei battezzati uomini e donne che annunciano il Vangelo per attirare gli altri non a sé ma a Cristo, che sanno fare spazio all’azione di Dio, che sanno rendere gli altri liberi e responsabili dinanzi al Signore».