La teoria del gender come esempio di «colonizzazione ideologica», simile agli indottrinamenti dei totalitarismi del XX secolo. Sul volo di ritorno dalle Filippine papa Francesco ha fatto questo paragone rispondendo alla domanda di un giornalista tedesco che gli chiedeva cosa intendesse per «colonizzazione ideologica» durante l’incontro con le famiglie a Manila.
Il Papa ha risposto che si riferiva proprio al gender: «La colonizzazione ideologica: dirò soltanto un esempio, che ho visto io», ha detto Bergoglio. «Vent’anni fa, nel 1995, una Ministro dell’Istruzione Pubblica aveva chiesto un prestito forte per fare la costruzione di scuole per i poveri. Le hanno dato il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo livello. Era un libro di scuola, un libro preparato bene didatticamente, dove si insegnava la teoria del gender. Questa donna aveva bisogno dei soldi del prestito, ma quella era la condizione».
Perché «dico colonizzazione ideologica»? Perché, ha detto ancora il Papa, «entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo; sì, con gruppi del popolo, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo i vescovi africani si lamentavano di questo, che è lo stesso che per certi prestiti (si impongano) certe condizioni. Io dico soltanto questa che io ho visto. Perché prendono, prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e farsi forti, per mezzo dei bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza. I popoli non devono perdere la libertà. Il popolo ha la sua cultura, la sua storia; ogni popolo ha la sua cultura. Ma quando vengono condizioni imposte dagli imperi colonizzatori, cercano di far perdere ai popoli la loro identità e fare una uguaglianza».
Parole chiarissime. Già nello scorso aprile, ricevendo una delegazione dell’ufficio internazionale cattolico dell’infanzia, il Papa aveva messo in guardia dalla “manipolazione educativa”: «Occorre ribadire», spiegò, «il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”.
Nella sua analisi, il Papa ha messo
in relazione l’attacco ideologico alla famiglia con un piano ben preciso di
poteri forti, di «imperi colonizzatori che cercano di far perdere ai popoli
la loro identità» e creano sistemi economici e finanziati che mettono
da parte e scartano i poveri.
Alla fine il Papa ha consigliato un
libro, già citato diverse volte nelle omelie a Santa Marta. Si stratta de Il
padrone di mondo di Benson: «È un libro che … a quel tempo questo scrittore ha
visto questo dramma della colonizzazione ideologica e lo descrive in quel
libro. L’autore è Benson, scritto nel 1903, ma vi consiglio di leggerlo.
Leggendo quello capirete bene quello che voglio dire con “colonizzazione
ideologica”».
Il romanzo racconta dell’Anticristo, che si
presenta sotto le spoglie di un politicante dal passato incerto ma dal
carisma trascinante, che impone a tutti un
pensiero unico totalitario.