«Cristo è il nostro futuro» e poi il Ponte delle Catene di Budapest a simboleggiare l’importanza di unire popoli e nazioni. Il motto e il logo del prossimo viaggio di papa Francesco in Ungheria, previsto dal 28 al 30 aprile, dice già quali saranno le due questioni principali che il Pontefice affronterà durante la visita: la questione die migranti e quella della guerra in Ucraina che non possono lasciare indifferenti i cristiani. Un ritorno nel Paese Francesco lo aveva promesso quando, il 12 settembre del 2021 (nella foto il Papa durante quella celebrazione), aveva fatto un brevissimo passaggio a Budapest per il Congresso eucaristico. Questa volta, però, la visita ha tutt’altro sapore. Il Pontefice cerca un dialogo con Viktor Orban, ricevuto in Vaticano ad aprile del 2022, non solo sui profughi ma anche come sponda per fermare l’invasione russa. Nonostante le distanze sul tema dell’accoglienza, ricordiamo quando nel 2015 il monastero benedettino di Pannonhalma sfidò le leggi ungheresi accogliendo notte e giorno i rifugiati, il Papa continuerà a ricordargli la questione cruciale della dignità delle persone e del dovere di non lasciare indietro nessuno.
Il primo giorno è dedicato all'incontro con le autorità civili e religiose del Paese. Il cuore del viaggio sarà poi il 29 aprile quando incontrerà i profughi nella chiesa di Santa Elisabetta d'Ungheria. Sempre nel corso del viaggio sono previsti appuntamenti con i giovani e con la comunità accademica del Paese, mentre la messa sarà celebrata domenica 30 aprile nella Piazza Kossuth Lajos di Budapest. Bergoglio toccherà anche i temi della famiglia e della vita cari alla presidente Katalin Novak, punto di riferimento internazionale dei movimenti pro-life.
Sulla guerra, invece, data la vicinanza di Orban a Vladimir Putin, il Papa spera che si possa aprire una «piccola finestra» di dialogo. Pochi giorno dopo l’incontro a Roma con il presidente ungherese, il Pontefice, in una intervista, aveva riferito che, secondo il leader ungherese, i russi avrebbero avuto un piano per far finire la guerra lo scorso 9 maggio. E, anche se le cose non sono andate così, Francesco spera sempre che ci possano essere appigli per instaurare un tavolo di pace.
Intanto la visita è stata accolta con molto favore dalla Chiesa ungherese.
Tamás Tóth, segretario generale della Conferenza episcopale ungherese e coordinatore generale della visita apostolica del prossimo aprile, ha ricordato che «l'Ungheria ha accolto tanti profughi dall'Ucraina soprattutto attraverso la nostra Caritas che ha fatto un grandissimo lavoro» e che è molto attesa la visita all’Università cattolica di Budapest che celebra i suoi 30 anni di rifondazione dopo la caduta del comunismo.