Il Papa sferza la classe dirigente
della Chiesa e denuncia la tentazione di impadronirsi della vigna del
Signore. L’omelia della Messa che apre il Sinodo straordinario
sulla famiglia è un contrappunto di ammonimenti e di indicazioni per
il dibattito che si apre domani mattina. L’immagine che evoca è
quella della Chiesa come vigna del Signore, parabola di Gesù del
Vangelo di Matteo, dove alcuni contadini si impadroniscono della
vigna per fare di essa quello che vogliono. Il significato è chiaro,
perché in questo modo tolgono a Dio la possibilità di operare.
Invece nella vigna del Signore bisogna lavorare con umiltà, dice in
pratica il Papa.
Evoca, senza citarlo, l’inizio del pontificato di
Benedetto XVI, quando il teologo Ratzinger spiegò di essere solo un
umile operaio nella vigna del Signore. E così deve fare anche la
“classe dirigente”, cioè i “saggi”, gli anziani del popolo e
i capi dei sacerdoti dei tempi di Gesù, e oggi chi guida la Chiesa,
vigna del Signore. E’ un’omelia dai toni severi e colma di
ammonimenti. Bergoglio denuncia “la cupidigia” e “la superbia”
di coloro che si impadroniscono della vigna del Signore per
“cupidigia di denaro e di potere”. E insiste perché il concetto
sia più chiaro: “Per saziare questa cupidigia i cattivi pastori
caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non
muovono neppure con un dito”. Qui sta il punto, nel quale il Papa
riferisce il suo ragionamento al Sinodo: “Noi nel Sinodo siamo
chiamati a lavorare per la vigna del Signore”. E indica lo stile,
cioè ciò che lui si aspetta da domani: “Le Assemblee sinodali non
servono per discutere idee belle e originali o per vedere chi è più
intelligente”.
Sbaraglia discussioni accademiche e contrapposizioni
di gruppi di interessi, cancella, con l’ammonimento evangelico dei
cattivi contadini nella vigna del Signore, polemiche da primi della
classe. Spiega che la ragione di chi lavora nella vigna e si occupa
della vite, “pianta che richiede molta cura”, è solo coltivare e
custodire “il progetto” di Dio. Da domani occuparsi del progetto
vuol dire prendersi cura della famiglia, che è “fin dalle origini
parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità”. Ma
lasciando libero lo Spirito di Dio di correre e a patto di lasciarsi
da esso guidare. Non è facile, rimarca Bergoglio: “Il sogno di Dio
si scontra sempre con l’ipocrisia di alcuni suoi servitori”. E’
esattamente ciò che non deve accadere al Sinodo. Il metodo giusto,
lo stile dell’umile lavoratore della vigna del Signore è insomma
uno solo, e cioè “lasciarsi guidare dallo Spirito Santo”: “Lo
Spirito ci dona la saggezza che va oltre la scienza per lavorare
generosamente con vera libertà e umile creatività”.