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mercoledì 18 settembre 2024
 
Sinodo
 

Il Papa: «Non caricate sulla gente pesi insopportabili»

05/10/2014  Il Sinodo “non serve per discutere belle idee”, ma per “cooperare al progetto d’amore” di Dio: così Papa Francesco, stamani, nella Messa inaugurale del Sinodo straordinario sulla famiglia, fino al 19 ottobre. Nell’omelia, il Pontefice ha messo anche in guardia dalla “cupidigia di denaro e di potere”

Il Papa sferza la classe dirigente della Chiesa e denuncia la tentazione di impadronirsi della vigna del Signore. L’omelia della Messa che apre il Sinodo straordinario sulla famiglia è un contrappunto di ammonimenti e di indicazioni per il dibattito che si apre domani mattina. L’immagine che evoca è quella della Chiesa come vigna del Signore, parabola di Gesù del Vangelo di Matteo, dove alcuni contadini si impadroniscono della vigna per fare di essa quello che vogliono. Il significato è chiaro, perché in questo modo tolgono a Dio la possibilità di operare. Invece nella vigna del Signore bisogna lavorare con umiltà, dice in pratica il Papa.

Evoca, senza citarlo, l’inizio del pontificato di Benedetto XVI, quando il teologo Ratzinger spiegò di essere solo un umile operaio nella vigna del Signore. E così deve fare anche la “classe dirigente”, cioè i “saggi”, gli anziani del popolo e i capi dei sacerdoti dei tempi di Gesù, e oggi chi guida la Chiesa, vigna del Signore. E’ un’omelia dai toni severi e colma di ammonimenti. Bergoglio denuncia “la cupidigia” e “la superbia” di coloro che si impadroniscono della vigna del Signore per “cupidigia di denaro e di potere”. E insiste perché il concetto sia più chiaro: “Per saziare questa cupidigia i cattivi pastori caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non muovono neppure con un dito”. Qui sta il punto, nel quale il Papa riferisce il suo ragionamento al Sinodo: “Noi nel Sinodo siamo chiamati a lavorare per la vigna del Signore”. E indica lo stile, cioè ciò che lui si aspetta da domani: “Le Assemblee sinodali non servono per discutere idee belle e originali o per vedere chi è più intelligente”.

Sbaraglia discussioni accademiche e contrapposizioni di gruppi di interessi, cancella, con l’ammonimento evangelico dei cattivi contadini nella vigna del Signore, polemiche da primi della classe. Spiega che la ragione di chi lavora nella vigna e si occupa della vite, “pianta che richiede molta cura”, è solo coltivare e custodire “il progetto” di Dio. Da domani occuparsi del progetto vuol dire prendersi cura della famiglia, che è “fin dalle origini parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità”. Ma lasciando libero lo Spirito di Dio di correre e a patto di lasciarsi da esso guidare. Non è facile, rimarca Bergoglio: “Il sogno di Dio si scontra sempre con l’ipocrisia di alcuni suoi servitori”. E’ esattamente ciò che non deve accadere al Sinodo. Il metodo giusto, lo stile dell’umile lavoratore della vigna del Signore è insomma uno solo, e cioè “lasciarsi guidare dallo Spirito Santo”: “Lo Spirito ci dona la saggezza che va oltre la scienza per lavorare generosamente con vera libertà e umile creatività”.

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Il Sinodo visto da vicino, volti e scorci inediti
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