Non rifiutare mai il Battesimo a chi lo chiede, non stancarsi di essere misericordiosi nel confessionale, non fare omelie noiose ma che siano capaci di arrivare al cuore della gente e non essere “pavoni”. C'è tutta la teologia e lo stile del pontificato nelle raccomandazioni che papa Francesco ha rivolto ai 19 nuovi sacerdoti ordinati domenica nella Basilica di San Pietro in occasione della 52.ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Tredici dei nuovi preti sono italiani, si sono formati nella diocesi di Roma e provengono dal Collegio diocesano missionario Redemptoris Mater, dal Pontificio Seminario romano maggiore e dal Seminario della Madonna del Divino Amore. Gli altri sei, tutti stranieri, appartengono alla congregazione della Famiglia dei Discepoli, all’Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali e uno è di rito siro-malabarese, della diocesi indiana di Thamarassery.

I tredici nuovi preti che rimarranno nella diocesi di Roma hanno tutti meno di 40 anni; il più giovane è Filippo Zughetti, romano del «Redemptoris Mater», che compirà 28 anni il prossimo 2 giugno. Suggestivo il rito nel corso del quale i 19 diaconi, chiamati per nome, hanno risposto: “Eccomi!” prima di prostrarsi a terra in segno di umiltà davanti all'altare del Bernini. Il Papa ha quindi confermato di scegliere «questi fratelli per l’ordine del presbiterato» sottolineando come in ogni ordinazione «il vescovo rischia - rischia! - e sceglie loro come il Padre ha rischiato per ognuno di noi».
«Le vostre omelie arrivino al cuore della gente»
Nel corso nell'omelia, il Papa ha spiegato ai neo sacerdoti che, «esercitando il ministero della sacra dottrina», saranno «partecipi della missione» di Gesù, «unico maestro», dispensando a tutti quella Parola di Dio, ricevuta «con gioia», leggendo e meditando “la Parola del Signore”.

L'auspicio del Papa, aggiunto a braccio, è stato questo: «Le vostre omelie non siano noiose, che le vostre omelie arrivino proprio al cuore della gente perché escono dal vostro cuore, perché quello che voi dite a loro è quello che voi avete nel cuore. Così si dà la Parola di Dio e così la vostra dottrina sarà gioia e sostegno ai fedeli di Cristo, il profumo della vostra vita sarà la testimonianza, perché l’esempio edifica, ma le parole senza esempio sono parole vuote, sono idee e non arrivano mai al cuore e addirittura fanno male: non fanno bene».
Siate misericordiosi e non rifiutate il Battesimo
I 19 nuovi sacerdoti continueranno, ha detto il Papa, «l’opera santificatrice» del Signore; la Messa, ha sottolineato, «non è un rituale artificiale»: l’invito è stato a «non farlo di fretta», a imitare ciò che si celebra, «partecipando al mistero della morte e risurrezione del Signore».

Poi ha esortato i preti ad amministrare i sacramenti con misericordia: «Con il Battesimo», ha detto il Papa, «aggregherete nuovi fedeli al Popolo di Dio. Non rifiutare mai il Battesimo a chi lo chieda! Con il Sacramento della Penitenza rimetterete i peccati nel nome di Cristo e della Chiesa. E io in nome di Gesù Cristo, il Signore, e della sua Sposa, la Santa Chiesa, vi chiedo di non stancarvi di essere misericordiosi.
Nel confessionale voi sarete per perdonare, non per condannare! Imitate il Padre che mai si stanca di perdonare».
«Bisogna piacere a Dio non a se stessi»
Quindi, ha proseguito, «con l’olio santo» i nuovi sacerdoti daranno sollievo agli infermi e, celebrando «i sacri riti e innalzando nelle varie ore del giorno la preghiera di lode e di supplica», si faranno «voce del Popolo di Dio e dell’umanità intera». L’esortazione del Papa è stata dunque a esercitare «in letizia e in carità sincera» l’opera sacerdotale di Cristo, «unicamente intenti a piacere a Dio» e non a se stessi. E ha aggiunto: «È brutto un sacerdote che vive per piacere a se stesso… Fa il pavone!».
Infine, ha ricordato il Pontefice di «avere sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire; non per rimanere nelle sue comodità, ma per uscire e cercare e salvare ciò che era perduto».