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mercoledì 14 maggio 2025
 
angelus
 

Il Papa ricorda Benedetto XVI: «Per lui tanto affetto e gratitudine, ci accompagni dal cielo»

31/12/2023  Francesco all’Angelus ricorda Joseph Ratzinger nel primo anniversario della scomparsa: «Ha servito con amore e sapienza la Chiesa. Sentiamo per lui tanto affetto, tanta gratitudine, tanta ammirazione. Dal Cielo ci benedica e ci accompagni». E nel giorno della Sacra Famiglia ricorda: «La famiglia è la cellula fondamentale della società. Bisogna sempre difenderla e sostenerla, sempre»

«Un anno fa Papa Benedetto XVI concludeva il suo cammino terreno, dopo aver servito con amore e sapienza la Chiesa. Sentiamo per lui tanto affetto, tanta gratitudine, tanta ammirazione. Dal Cielo ci benedica e ci accompagni». Papa Francesco nell’ultimo Angelus del 2023 chiede ai fedeli arrivati in Piazza San Pietro «un applauso» per Ratzinger nel primo anniversario della sua scomparsa.

È il 31 dicembre, prima domenica dopo il Natale, e la liturgia ricorda oggi la Santa Famiglia di Nazareth. Bergoglio commenta il brano del Vangelo di Luca in cui si racconta che Maria e Giuseppe si recarono al Tempio di Gerusalemme per presentare, secondo la Legge, il Bambino al Signore offrendo una coppia di tortore o di colombi.

È un dono che testimonia la povertà della loro famiglia. Il Papa ricorda che in quest'occasione a Maria viene rivolta una profezia carica di dolore: "A te una spada trafiggerà l’anima". Il Papa osserva che tutto questo può sorprendere: «Ma come, la Famiglia di Gesù, l’unica famiglia della storia che può vantare in sé stessa la presenza di Dio in carne e ossa, anziché essere ricca è povera! Anziché essere agevolata, sembra ostacolata! Anziché essere priva di fatiche, è immersa in grandi dolori! Che cosa dice questo alle nostre famiglie?».

La Famiglia di Nazareth, spiega Francesco, ci dice che Dio non sta al di sopra dei nostri problemi, ma che è venuto ad abitare la nostra stessa vita così com'è. Per 30 anni, infatti, Gesù ha vissuto da figlio un'esistenza «fatta di quotidianità, nascondimento e silenzio. E non ha evitato le difficoltà, anzi, scegliendo una famiglia, una famiglia “esperta nel soffrire”, dice alle nostre famiglie: “Se vi trovate in difficoltà, io so che cosa provate, l’ho vissuto: io, mia madre e mio padre l’abbiamo provato per dire anche alla vostra famiglia: non siete soli!”».

Nel brano odierno del Vangelo di Luca, si legge che Maria e Giuseppe “si stupivano delle cose che si dicevano di Gesù”, e il Papa commenta che quest'atteggiamento ci suggerisce che «la capacità di stupore è un segreto per andare avanti bene in famiglia. Non abituarsi all’ordinarietà delle cose - prosegue - sapersi anzitutto stupire di Dio, che ci accompagna. E poi, stupirsi in famiglia». Quindi Francesco accompagna i fedeli nella scoperta di tutto il bene di cui molti di noi sono circondati e che spesso passa inosservato: «Io penso che è bene nel matrimonio sapersi stupire del proprio coniuge, ad esempio prendendolo per mano e guardandolo negli occhi alla sera per qualche istante, con tenerezza. (...) E poi stupirsi del miracolo della vita, dei figli, trovando il tempo per giocare con loro e per ascoltarli. (...) E poi stupirsi della saggezza dei nonni: tante volte, noi ai nonni li tiriamo fuori dalla vita. No: i nonni sono fonte di saggezza…».

Il Papa ha ricordato che «la famiglia è la cellula fondamentale della società. Bisogna sempre difenderla e sostenerla, sempre». Poi ha augurato a tutti buon anno.

Dopo la preghiera mariana, Francesco si è soffermato sulle tragedie di questi tempi: «Continuiamo a pregare per i popoli che soffrono a causa delle guerre. Il martoriato popolo ucraino, i popoli palestinesi e israeliani, il popolo sudanese e tanti altri. Al termine di un anno si abbia il coraggio di chiedersi: quante vite umane sono state spezzate dai conflitti amati? Quanti morti? E quante distruzioni, quanta sofferenza? Quanta povertà? Chi ha interessi in questi conflitti ascolti la voce della coscienza. E non dimentichiamo i martoriati rohingya».

Poi ha pregato per le vittime degli attentati di Natale in Nigeria. «Purtroppo la celebrazione del Natale in Nigeria è stata segnata da gravi violenze», ha ricordato il Papa, «con molte vittime. Prego per loro e loro famiglie. Che Dio liberi la Nigeria da questi orrori», ha detto il Pontefice aggiungendo: «E prego anche per quanti hanno perso la vita nell'esplosione di un camion-cisterna in Liberia».

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