"Pellegrini di pace e di amore". Così l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ha definito i circa 6000 giovani, provenienti da tutta Europa, attesi nel capoluogo piemontese per il Capodanno di Taizé. Sarà infatti il capoluogo piemontese ad ospitare, dal 28 dicembre 2021 al 1 gennaio 2022, il Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra (così si chiama il raduno che la comunità ecumenica francese organizza ogni anno in una città diversa). Sarà un'edizione particolare: già programmata per l'anno passato ma poi rinviata a causa dell' emergenza pandemica, segnerà, si spera, il ritorno a un incontro più diretto e genuino, dopo i lunghi mesi dell'isolamento e delle distanze forzate. D'altra parte si svolgerà in un momento ancora molto delicato, il che richiede agli organizzatori uno sforzo supplementare, e collaborazione da parte di tutti i partecipanti, in quello spirito di attenzione per l'altro che da sempre contraddistingue la famiglia di Taizé.
"L'esperienza", ha sottolineato monsignor Nosiglia durante la conferenza stampa di presentazione dell'evento, mercoledì 3 novembre, "ha un enorme valore sul piano ecumenico, proprio in quanto incontro tra Chiese cristiane differenti. Per noi si inserisce anche in quel cammino sinodale che papa Francesco ha indicato per una Chiesa in uscita e che in questo periodo coinvolge tutte le nostre comunità》. Nei giorni del pellegrinaggio è stata confermata - come peraltro già annunciato da tempo - la possibilità, per i giovani che lo vorranno, di sostare davanti alla Sindone (il sudario, custodito a Torino, che, secondo la tradizione, avvolse il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce). "Non sarà un'ostensione, né una venerazione" ha precisato l'arcivescovo, "Sarà invece un momento di contemplazione, che, in sintonia con i frères di Taizé, desideriamo offrire ai giovani, i quali potranno scegliere con assoluta libertà, nel rispetto della sensibilità di ciascuno e delle diverse posizioni che le varie Chiese assumono nei confronti della Sindone". Il Sudario non verrà spostato dalla teca che abitualmente lo accoglie, in una cappella del Duomo, ma potrà essere osservato da una posizione privilegiata (molto da vicino). Una simile opportunità era già stata offerta nel 2018 a un gruppo di giovani diretti a Roma per un incontro con il Santo Padre.
Con l'edizione 2021-2022 per la settima volta il Capodanno di Taizé fa tappa in Italia. Ma finora le città ospitanti erano state Roma (l'ultima volta nel 2012) e Milano. Torino è una novità. I dettagli pratici si stanno definendo in queste settimane (anche in base all'evoluzione del quadro sanitario), ma molti aspetti sono già ben delineati. 《Come da tradizione, abbiamo rivolto alle famiglie del nostro territorio la proposta di accogliere nelle loro case i giovani pellegrini. Inoltre, però, visto anche il momento particolare che stiamo attraversando, abbiamo deciso di coinvolgere parrocchie, oratori e comunità religiose》 ha spiegato don Luca Ramello, responsabile della pastorale giovanile per la Diocesi di Torino. 《Inoltre sarà particolarmente prezioso il ruolo dei volontari che ci aiuteranno durante l'evento》. Le giornate dei giovani protagonisti saranno scandite da incontri, occasioni di riflessione, dialogo e approfondimento presso le comunità che li accolgono. 《Poi ci saranno i momenti di preghiera comune, come quello di mezzogiorno nelle chiese del centro di Torino o quello pomeridiano presso l'Oval (una grande area eventi, ndr) del Lingotto》ha aggiunto frère John, storica voce della comunità francese. La sera del 31 dicembre la proposta è quella di attendere il nuovo anno in modo diverso: silenzio e preghiera anziché chiasso e sballo. Però è prevista anche una colorata festa dei popoli, perché, e chi vi ha preso parte lo sa bene, nello stile di Taizé l'allegria è sempre di casa.
Quanto all'ecunenismo, "siamo molto felici per questa esperienza, che si inserisce in una tradizione fortemente radicata nella nostra città" ha ricordato la pastora valdese Sophie Langenek. E naturalmente accanto alle comunità religiose l'appuntamento coinvolge l'intero territorio. 《Penso sia un'opportunità preziosa, legata all'inclusione, al dialogo, alla cultura della pace》 ha detto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, fresco di elezione, in uno dei suoi primi appuntamenti pubblici dopo l'insediamento ufficiale. 《E in un periodo così complicato penso sia un bellissimo segnale di ripartenza》. Anche la Regione Piemonte ha offerto
la sua collaborazione per gli aspetti organizzativi.