L'antico, radicato e odioso motto per cui gli stranieri ruberebbero il lavoro agli italiani ha un motivo in meno per esistere ed essere sbandierato dai fan dei respingimenti: il quadro dipinto dal XIX Rapporto nazionale sugli stranieri della Fondazione Ismu racconta un Paese in cui di immigrati ne arrivano sempre meno e, comunque, cercano di andarsene altrove il prima possibile. Basti pensare che i nuovi permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro sono praticamente dimezzati rispetto al 2011 e meno di un quinto rispetto al 2010.
Tanti gli spunti per riflettere a cominciare da alcuni dati particolarmente significativi: per il 61% degli italiani, infatti, gli immigrati sono una risorsa vitale, d'altronde il 50% ritiene che il reato di clandestinità sia necessario. Plebiscito, invece, a favore del riconoscimento della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia: sono il 79% a pensarla così e questo tema deve necessariamente entrare al più presto nell'agenda del Governo, qualunque esso sia.
Al 1° gennaio 2013 la popolazione straniera presente in Italia si aggirerebbe intorno ai 4 milioni e 900mila, regolari e non, un numero che evidenzia un aumento rispetto al rapporto dello scorso anno: tanti? Il dato è "falsato", almeno in parte, dagli 80mila nuovi nati e dai cosiddetti recuperi censuari che avrebbero "tralasciato" nel censimento del 2011 circa 72mila persone. Costanti, dal canto loro, le richieste di ricongiungimento familiare: i 120mila casi registrati nel 2012 sono indice di una solida stabilità migratoria.
La crisi economica da cui è stato investito anche il nostro Paese ha avuto un'incidenza determinante nelle richieste di permesso di soggiorno: secondo le stime diffuse dall'Ismu, gli "irregolari" sarebbero poco meno di 300mila, cioè il 6% del totale, un livello che viene considerato fisiologico. Non conosce flessioni nemmeno il fenomeno dei transiti: anche nel 2012, dopo il boom del 2011, sono almeno 200mila gli immigrati che hanno spostato la loro residenza all'estero. Con loro, in fuga dall'Italia, anche tanti nostri connazionali: 7mila in Germania, 6mila in Svizzera e Regno Unito, oltre 5mila in Francia.