Sono la mamma di un bambino di otto anni che mi preoccupa molto perché non dimostra entusiasmo per nulla. È un bambino educato ma molto freddo con i compagni di scuola e con i conoscenti. Io sono separata ed è vero che le difficoltà sono e sono state tante ma questo lato del carattere si è rivelato fin dalla prima infanzia; davanti a un regalo, una gita, qualsiasi evento ha sempre dimostrato indifferenza o ha espresso un sorriso giusto per compiacere gli adulti. Suo padre è così: non è mai contento di nulla quando ha una cosa o si relaziona con gli altri. Non ho mai creduto a un fattore genetico bensì a una serie di eventi, ma ora dubito. Come posso coltivare l’entusiasmo? La gioia delle piccole cose? A scuola fa fatica a relazionarsi con i compagni, non ha nessun entusiasmo nell’apprendimento, anzi è apatico e subisce gli eventi. LUDOVICA
— Cara Ludovica, descrivi molto bene il senso di fatica che tuo figlio sperimenta di fronte al nuovo, al bello, all’ignoto. Racconti un bambino e ce lo fai immaginare come un piccolo marziano che si muove nella vita tenendo le debite distanze da tutto, una sorta di astronauta che cammina nel mondo protetto da uno scafandro e un’armatura che non ha desiderio di dismettere.
Partirei da qui: per “lasciarsi andare” alla vita, per immergersi nel bello da cui si è circondati, ci si deve sentire protetti, al caldo e al sicuro. Dalle tue parole, sembra che questo “tepore” non sia stato molto presente nel vostro copione famigliare. Descrivi tuo marito come ugualmente rigido, freddo, distaccato.
È come se la vostra famiglia fosse rimasta “congelata” proprio negli aspetti più profondamente emotivi. Pochi sorrisi, poche sorprese, poca serenità. Molto rigore, molto freddo, molto grigio.
Il tuo bambino potrebbe davvero non sapere bene come si fa a “lasciarsi andare”. È una cosa che si impara ballando, cantando, giocando, facendo scherzi in famiglia. Quanto queste cose sono avvenute nella vostra vita? Quanto tu stessa sei una mamma sorridente, che coccola e canta, che cambia il copione all’ultimo momento? Nelle tue parole si sente una grande fatica per la separazione vissuta, che forse è stata conflittuale e ti ha messo a dura prova.
Ti consiglio di provare ad aprirti agli altri. Prima di far fare cose a tuo figlio, aumenta la relazionalità della tua famiglia con altre famiglie. Due volte a settimana invita un’altra famiglia con figli, entra in una rete di famiglie che alla domenica stanno insieme e fanno cose belle, condividendole con altri. Leggi Educare alla genitorialità di M. Maggi e A. Ricci (F. Angeli), una guida meravigliosa che ti darà molte idee e consigli pratici per affrontare la fatica che stai vivendo come genitore. Confrontati anche con il tuo pediatra di fiducia: la prima cosa da verificare (e forse da debellare) è che tutto ciò che vedi nel tuo bambino sia stato determinato dalla genetica.