Salvare vite. È questo, alla fine, l’unico obiettivo sensato della visita del Segretario Generale dell’ONU a Mosca. Seduto a una estremità dell’ormai celebre lunghissimo tavolo del Cremlino, Antonio Guteress ha ascoltato le ragioni di Putin e ha reiterato le posizioni delle Nazioni Unite sulla guerra in Ucraina. Guteress, in particolare, ha messo in questione la definizione di “operazione militare speciale” per quella che di fatto è l’invasione dell’Ucraina, un atto di guerra che va contro la Carta dell’ONU. L’unica concessione di Putin è stato l’accordo “in linea di principio” al coinvolgimento della Nazioni Unite e del Comitato Internazionale della Croce Rossa per favorire l’evacuazione dei civili dall’impianto dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Questo tema sarà affrontato in una successiva discussione fra l’ufficio dell’ONU per il coordinamento degli aiuti umanitari e il ministero della difesa di Mosca.
Con questo magro risultato Guteress arriva oggi a Kyiv per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’accoglienza nei confronti di Guteress non sarà delle più calorose, infatti nei giorni scorsi Zelensky ha criticato la scelta del Segretario Generale di andare prima in Russia e poi in Ucraina.
Non è un bel momento per le l’ONU. Al portoghese Guteress viene rimproverato di essersi mosso tardi, due mesi dopo l’inizio della guerra, e di essersi lasciato scavalcare da singoli paesi, come la Turchia, sede dell’incontro fra i ministri degli esteri russo e ucraino del marzo scorso.
A Mosca, dopo gli incontri con il ministro degli esteri Lavrov e Putin, Guteresse prende atto che “abbiamo una visione diametralmente opposta circa gli eventi in Ucraina”.
La debolezza di Guteress in questo momento è dovuta al fatto che l’attività delle Nazioni Unite è di fatto paralizzata dal potere di veto delle grandi potenze all’interno del Consiglio di Sicurezza. La polarizzazione fra l’Occidente e l’asse formato da Russia e Cina rende ormai impossibile prese di posizione comuni.Come ricorda Le Monde, dal 1946, quando ne fece uso per la prima volta, l’Unione Sovietica (poi Russia) ha utilizzato il diritto di veto 143 volte. Seguono gli Stati Uniti (86 volte), Regno Unito (30 volte), Cina e Francia (18 volte ciascuno).
Intanto l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato, martedì 26 aprile, per consenso una risoluzione che richiede ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza di giustificare l'uso del veto. Avanzata per la prima volta due anni e mezzo fa dal Liechtenstein, la riforma prevede la convocazione dell'Assemblea Generale «entro dieci giorni lavorativi dall'opposizione di uno o più membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, per tenere un dibattito sulla situazione in cui il veto è stato espresso”. Difficile prevedere se la decisione limiterà l’esercizio del diritto di veto.
Per ora l’obiettivo più a portata di mano di Guteress è quello di rivitalizzare le iniziative dell’ONU nel campo umanitario: l’assistenza ai profughi e l’eventuale coinvolgimento dei “caschi blu” in operazioni di peacekeeping una volta che ci saranno accordi da far rispettare.