Gli operatori pastorali di 61 diocesi italiane da venerdì 11 ottobre a domenica 13 si incontrano a Roma per il 6° Laboratorio della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita. Si confronteranno sul tema “Popolo di Dio nel mondo come nuovo stile di Chiesa”. Quattro gli approcci del lavoro previsto: il mandato dei battezzati; il profetismo; fonte e segni di speranza; esperienze di popolo di Dio.
“L’Obiettivo del laboratorio”, spiega padre Adriano Sella, coordinatore nazionale della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, “sarà quello di elaborare un documento programmatico con una pista di lavoro valida per tutta la Rete nazionale”. Ad essa aderiscono ad oggi 70 diocesi, suddivise in 4 aree: 27 dell’Area Centro-Nord, 15 dell’Area Adriatica, 22 dell’Area Tirrenica e 6 dell’Area Siciliana. Ad arricchire i lavori della “tre giorni2 saranno le relazioni della biblista Rosanna Virgili e della “voce” laica dell’amibientalista Paolo Cacciari.
La Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita nasce nel 2007 da alcuni organismi diocesani, che decidono di unire conoscenze ed esperienze per promuovere un movimento del popolo di Dio sui Nuovi Stili di Vita nella Chiesa e nella Società. Alla Rete possono aderire gli Organismi Diocesani Incaricati che desiderano parteciparvi. La Rete s’incontra periodicamente per aeree per definire iniziative e realizzare eventi comuni. D’impatto è stata, per esempio, la campagna a favore del referendum sull’acqua svoltosi nel 2011, ma tantissime sono poi le iniziative diocesane e locali: si va dai gruppi d’acquisto solidale, a itinerari d’accoglienza e convivialità con i migranti; da associazioni spontanee di famiglie che si mettono assieme per fare “agricoltura sociale”, magari dando lavoro a disoccupati e recuperando alla coltivazione terreni abbandonati; a esperienze di comunità condominiali. La recente campagna contro l’apertura dei negozi alla domenica per tutelare la festa e il riposo è l’ultima delle iniziative “politiche” della Rete.
“Nuovi stili di vita per un futuro sostenibile non significa, come qualcuno può pensare, cambiamenti straordinari, possibili solo a pochi”, precisa padre Sella, “ma modifiche di gesti, comportamenti e piccole abitudini quotidiane: scelte, cioè, alla portata di tutti. Atteggiamenti consapevoli, però, e che alla lunga modificano in meglio il rapporto con le cose, la natura e le persone”.
“L’Obiettivo del laboratorio”, spiega padre Adriano Sella, coordinatore nazionale della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, “sarà quello di elaborare un documento programmatico con una pista di lavoro valida per tutta la Rete nazionale”. Ad essa aderiscono ad oggi 70 diocesi, suddivise in 4 aree: 27 dell’Area Centro-Nord, 15 dell’Area Adriatica, 22 dell’Area Tirrenica e 6 dell’Area Siciliana. Ad arricchire i lavori della “tre giorni2 saranno le relazioni della biblista Rosanna Virgili e della “voce” laica dell’amibientalista Paolo Cacciari.
La Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita nasce nel 2007 da alcuni organismi diocesani, che decidono di unire conoscenze ed esperienze per promuovere un movimento del popolo di Dio sui Nuovi Stili di Vita nella Chiesa e nella Società. Alla Rete possono aderire gli Organismi Diocesani Incaricati che desiderano parteciparvi. La Rete s’incontra periodicamente per aeree per definire iniziative e realizzare eventi comuni. D’impatto è stata, per esempio, la campagna a favore del referendum sull’acqua svoltosi nel 2011, ma tantissime sono poi le iniziative diocesane e locali: si va dai gruppi d’acquisto solidale, a itinerari d’accoglienza e convivialità con i migranti; da associazioni spontanee di famiglie che si mettono assieme per fare “agricoltura sociale”, magari dando lavoro a disoccupati e recuperando alla coltivazione terreni abbandonati; a esperienze di comunità condominiali. La recente campagna contro l’apertura dei negozi alla domenica per tutelare la festa e il riposo è l’ultima delle iniziative “politiche” della Rete.
“Nuovi stili di vita per un futuro sostenibile non significa, come qualcuno può pensare, cambiamenti straordinari, possibili solo a pochi”, precisa padre Sella, “ma modifiche di gesti, comportamenti e piccole abitudini quotidiane: scelte, cioè, alla portata di tutti. Atteggiamenti consapevoli, però, e che alla lunga modificano in meglio il rapporto con le cose, la natura e le persone”.



