Cari amici lettori, questa settimana papa Francesco regala alle donne e agli uomini di tutto il mondo un nuovo documento: si intitola Laudate Deum e lo ha voluto dedicare a un tema delicato e importante quale la crisi climatica.
Dopo averlo letto con attenzione, condivido con voi un paio di pensieri. Il primo: un documento come questo, mi sono detto, poteva scriverlo solo un Papa come Francesco. Per scuotere l’opinione pubblica internazionale e mettere alle strette i Grandi del mondo ci voleva uno che non abbia interessi da difendere se non il futuro dell’umanità. Uno che non pensi ad altri obiettivi se non il bene comune. Uno che, mosso dal Vangelo di Gesù, si faccia carico, con decisione e tempestività, della più urgente e poderosa emergenza del momento, con un occhio preferenziale per i deboli.
Ancora una volta Francesco – che nel suo esordio da Papa aveva detto: «Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri» – si erge, di fatto, a leader mondiale dei più poveri e vulnerabili, di quanti già oggi sono “profughi climatici” e di quanti rischiano di diventarlo a breve.
Quando, nelle prime righe di Laudate Deum Bergoglio scrive: «Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura», sta metaforicamente prendendo per la giacchetta gli amministratori delegati delle mega-aziende del pianeta e i politici di tutte le latitudini per chiedere di fare un salto di qualità verso una transizione ecologica vera. Ma, cari amici, Laudate Deum non è un messaggio diretto solo a qualcuno, anzi! È una lettera indirizzata a tutte le persone di buone volontà, ai cittadini e alle cittadine di ogni continente, a coloro che già votano e a quanti lo faranno presto e, pure, ai miliardi di consumatori che abitano il pianeta, perché anche tutti costoro “votano”, col portafoglio.
Insomma, Laudate Deum il Papa l’ha scritta per me, per te, per tutti noi! Francesco parla a tutti, ma un appello particolarmente vibrante non può che risuonare alle orecchie dei credenti. A loro, in particolare, ricorda che la battaglia per un clima giusto non equivale a cedere a una moda, bensì ad affrontare «un problema sociale globale intimamente legato alla dignità della vita umana». Il che è come dire che impegnarsi contro la crisi climatica non è, oggi, meno importante e meno “cristiano” di altre battaglie che vedono i cattolici in prima fila: penso alle questioni di inizio e fine vita, e via di questo passo.
Forte del fatto che la quasi totalità della comunità scientifica da anni lancia l’allarme sull’origine antropica (ossia dovuta all’azione dell’uomo) della crisi climatica, papa Francesco richiama tutti i fedeli a prendere sul serio la sfida del clima, senza più perdere tempo in diatribe sterili. Raccogliamo, dunque, l’invito che il Papa ci lancia nelle righe finali di Laudate Deum a operare una “conversione ecologica” anche nei nostri stili di vita quotidiani. Tutti, nessuno escluso, in questa partita possiamo e dobbiamo essere protagonisti.