Michele Romano, il personaggio interpretato da Claudiò Gioè in Sotto Copertura, la cattura di Zagaria, ha un nome di fantasia, ma nasconde una persona vera, cui il personaggio è liberamente ispirato: il poliziotto reale si chiama Vittorio Pisani e come il personaggio, proprio poco prima della cattura di Michele Zagaria, è finito sotto inchiesta a causa delle dichiarazioni calunniose di un collaboratore di giustizia.
Vittorio Pisani era, nel 2011, il capo della Squadra Mobile di Napoli, era stato tra i protagonisti dell’investigazione che aveva portato alla cattura di Iovine, tema della prima serie di Sotto Copertura. Stava lavorando per porre fine alla latitanza di Michele Zagaria, che come nel film fu realmente trovato in un bunker, quando finì indagato per rivelazione di notizie riservate, abuso d’ufficio e favoreggiamento: un collaboratore di giustizia, Salvatore Lo Russo, che prima era stato suo informatore, ora lo accusava di aver favorito in questo modo alcuni imprenditori impegnati in attività di riciclaggio in alcuni ristoranti.
Se le parole del collaboratore che accusavano Pisani anche di corruzione si erano rivelate prive di ogni fondamento già al vaglio delle indagini, portando i pubblici ministeri della Dda di Napoli all’archiviazione, per sgretolare le altre accuse era servito un processo. Pisani l’aveva affrontato in primo grado, con memoria lucida, difendendosi soltanto in aula, senza mai cedere alla tentazione di una difesa mediatica per cui avrebbe avuto sicuramente occasioni. Dal processo di primo grado Pisani uscì assolto con formula piena: dalla rivelazione di segreto «per non aver commesso il fatto» e dall’abuso e dal favoreggiamento perché «il fatto non sussiste».
A mettere una pietra sulle accuse pensò definitivamente, il 18 giugno 2015, la sentenza di secondo grado in cui i giudici d’Appello sottolinearono come il processo avesse provveduto «a dissolvere ogni dubbio» sulla condotta del poliziotto. La procura generale non presentò ricorso per Cassazione e la sentenza di secondo grado divenne definitiva, restituendo Pisani al suo lavoro, anche se in contesti diversi dalla Mobile di Napoli.
A seguito delle sentenze che lo hanno completamente riabilitato, Vittorio Pisani nel 2016 è stato promosso al ruolo di dirigente superiore, con decorrenza dal 2011, cioè dall’anno dell’inizio della vicenda giudiziaria che aveva subìto a causa dell’accusa di Lo Russo: un modo di togliere anche così ogni ombra dalla sua divisa, rimasta vittima di quello che in Sicilia si definirebbe un “mascariamento”, la strategia che la criminalità organizzata talvolta applica per infangare il nemico.
La vicenda ha influenzato la fiction, non solo dando trama alle nuove puntate. Stando ad alcune interviste del protagonista Claudio Gioè, infatti, sarebbe stata proprio la tempesta che stava investendo Pisani a suggerire alla produzione la cautela di cambiare il nome al personaggio nella prima serie, svincolandolo dalla realtà. E caso vuole che oggi, quasi a chiudere il cerchio, la cronaca si intrecci nuovamente con la finzione: a pochi giorni dalla messa in onda è arrivata infatti la notizia che il processo di Appello ha confermato la condanna di Lo Russo a tre anni e rotti di reclusione proprio per aver calunniato Pisani.