Lascia dopo dodici anni la guida di una delle istituzioni più delicate della Chiesa cattolica, per motivi religiosi e soprattutto per ragioni diplomatiche. Padre Pierbattista Pizzaballa alla fine del mese conclude il mandato di Custode di Terra Santa dopo esserne stato eletto per quattro volte alla guida. E già questo è stato un fatto eccezionale, perché al massimo fino a Pizzaballa i mandati sono stati due. Lascia a 51 anni e questo è un altro fatto eccezionale. Così il fatto che sia stato confermato quattro volte e il fatto che sia ancora molto giovane sono la prova sia della abilità pastorale e diplomatica sia della impossibilità per padre Pizzaballa di andare in pensione. L’assemblea degli ordinari di Terra Santa ha per ora confermato solo che il Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte di Sion lascerà l’incarico a fine aprile e non è affatto escluso che il suo futuro possa restare ancora ancorato alla Terra Santa. In Israele c’è una partita doppia da giocare: la nomina del successore di Pizzaballa e la nomina del successore del Patriarca latino Fouad Twal, che ha già compiuto 75 anni e nessuno dei suoi ausiliari ha il diritto di successione come era invece avvenuto per lui quando venne nominato coadiutore con diritto di successione del patriarca Sabbah, il primo palestinese ad assumere l’incarico di patriarca della Chiesa latina.
Fino a Sabbah i Patriarchi di Gerusalemme erano stati tutti italiani e molti francescani, per evitare che la sede patriarcale fosse coinvolta in dispute di carattere nazionale. Nel 1987, quando termina il mandato mons. Giacomo Giuseppe Beltritti, sacerdote piemontese ordinato in Terra Santa, dove studiò, Giovanni Paolo II decise la svolta e nominò appunto Sabbah. Beltritti era stato invece nominato nel 1965 ausiliare coadiutore con diritto di successione del Patriarca Alberto Gori. Quando a 75 anni presentò le dimissioni Papa Wojtylo lo lasciò al patriarcato per molti mesi fino alla nomina, che sorprese tutti, di Sabbah nel 1987. Ora siamo esattamente tornati alla situazione precedente a Sabbah perché nessuno tra gli ausiliari di Gerusalemme è coadiutore e quindi ha diritto alla successione. E il Papa deve ancora decidere. La nomina del nuovo Custode di Terra Santa è di competenza invece del Definitorio generale, cioè del governo centrale dei frati minori, da cui la Custodia dipende dal 1342, per disposizione di papa Clemente VI. La nomina deve essere naturalmente approvata dal Pontefice. Dalla Custodia dipendono circa 300 religiosi che provengono da 32 Paesi. A loro sono affidati luoghi santi non sono in Israele e Palestina, ma anche in Siria, Giordania, Libano, Cipro e nell’isola di Rodi. E’ evidente che il lavoro pastorale va di pari passo con l’impegno di carattere diplomatico. Pizzaballa in dodici anni si è dedicato con passione e competenza ad entrambi i piani. Nel corso della crisi siriana più volte si è recato a Damasco. E’ un uomo che ha sempre parlato chiaro della drammatica situazione mediorientale, ma mai senza esasperare i toni, dimostrando una non comune capacita di mediazione anche nell’uso delle parole.