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sabato 14 giugno 2025
 
il 22 e il 23 febbraio ad assisi
 

Una Chiesa sinodale che cambia dal basso

21/02/2025  Il 22-23 febbraio ad Assisi l’assemblea nazionale promossa dalla Rete sinodale: trenta realtà di base si confrontano – fra gli altri temi - su processi decisionali, ministeri, partecipazione delle donne e delle minoranze sessuali. Obiettivo: offrire un contributo per la seconda assemblea sinodale italiana, al via il 31 marzo

Confrontarsi per contribuire al cammino sinodale delle Chiese in Italia: è l’obiettivo dell’Assemblea promossa dalla Rete sinodale, che unisce una trentina di associazioni del mondo cattolico di base. Il 22-23 febbraio ad Assisi sono previste più di 200 persone fra le sigle della rete e singoli che volessero partecipare: l’evento infatti è aperto a parrocchie e associazioni, anche di altre confessioni cristiane. Ne parliamo con Mauro Castagnaro dell’associazione Noi siamo Chiesa, fra i promotori dell’evento.
Qual è l’intento dell’Assemblea?
«Lo scopo è vivere un'esperienza di confronto con le realtà che in questi tre anni hanno camminato insieme. Gli incontri precedenti sono stati on line, sentivamo l’esigenza di conoscerci dal vivo per rafforzare la convergenza tra i gruppi ed elaborare testi di consenso su diversi argomenti. Non si tratta di un convegno ma di un incontro, a cui ciascuno parteciperà in posizione di parità. L’obiettivo finale è offrire un contributo per la seconda assemblea sinodale italiana, al via il 31 marzo».
Da chi è composta la rete sinodale?
«Ne fanno parte una trentina di sigle di base, da Adista al Cipax passando per Comunità cristiane di base, Coordinamento teologhe italiane, Donne per la Chiesa, Noi siamo Chiesa, Pax Christi, Pro civitate christiana e Progetto adulti cristiani lgbt».
Qual è la storia della Rete?
«Nel 2021 come Noi siamo Chiesa abbiamo iniziato a coinvolgere realtà vicine con l’urgenza di far girare idee di rinnovamento per la Chiesa italiana. Pian piano la rete ha preso forma e vi ci sono affacciate sempre più associazioni. Prima ancora che il sinodo venisse ufficializzato abbiamo scritto due lettere aperte alla Cei, sui temi per noi prioritari per la vita della Chiesa, e sul metodo di confronto: pensiamo che si debbano ascoltare tutti e che, più che produrre sintesi impoverenti, i documenti debbano tenere conto delle diverse voci, comprese quelle divergenti. Altrimenti non emergerà mai nulla di nuovo. Negli anni ci siamo confrontati su varie tematiche, dalla partecipazione delle minoranze sessuali e delle donne alla vita ecclesiale, all’ecumenismo, al ruolo dei cappellani militari».
Su quali temi vi confronterete nei prossimi giorni?
«Ne cito solo alcuni: organizzazione delle comunità cristiane, processi decisionali nella Chiesa, ministeri, ruolo delle donne, partecipazione delle persone lgbt+, liturgia, dialogo ecumenico e interreligioso. Avremo due giorni per lavorare, creeremo gruppi di interesse: i tavoli saranno dieci e avranno a disposizione quattro ore per confrontarsi in maniera profonda. La Cei ha chiesto alle diocesi di far arrivare osservazioni, proposte e commenti, e lo stesso faremo noi: ogni tavolo stenderà un breve testo che confluirà poi nel documento finale che invieremo alla Cei».
È un cammino a cui state lavorando in autonomia o in sinergia con i vescovi italiani?
«Abbiamo avuto due incontri significativi, con monsignor Erio Castellucci e monsignor Valentino Bulgarelli, rispettivamente presidente e segretario del Comitato Nazionale del Cammino sinodale. Lavoriamo di pari passo. Come dicevo, puntiamo a offrire il nostro contributo di pensiero e riflessione».

Nella foto: la Cittadella di Assisi, sede di Pro Civitate Christiana, dove di terrà l'Assemblea della Rete sinodale.

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