Sessualità, genere e cultura. Tre parole
calde, immerse nelle polemiche
delle ultime settimane. Soprattutto
da quando l’Unar ha
pubblicato opuscoli educativi destinati
alle scuole. L’intento è condivisibile:
prevenire e contrastare le discriminazioni
basate sull’orientamento sessuale
e l’identità di genere. Meno apprezzabili
sono i contenuti, basati sulla
teoria del gender che considera il genere
come espressione della cultura piuttosto
che del dato biologico.
Il rischio è
ignorare le differenze e diffondere una
concezione non naturale della famiglia.
Su una linea diversa è “Teen Star”.
Un programma condotto con successo
in quaranta Paesi, frutto della collaborazione
tra Hanna Klaus e Pilar Vigil, entrambe
ginecologhe. «È approdato in Italia
quattro anni fa, grazie al Centro studi
e ricerche sulla famiglia della Cattolica di Milano», spiega Concetta Mazza, biologa
e tutor formativo di Bologna. «Teen
Star si rivolge agli adolescenti che, crescendo,
riconoscono i cambiamenti del
loro corpo senza comprenderli appieno.
Li aiuta a scoprire i ritmi biologici maschili
e femminili e la bellezza della sessualità
vissuta in modo consapevole».
L’idea chiave è
che per crescere in modo armonico sia
necessario integrare l’appena sbocciata
capacità sessuale al processo identitario,
e il desiderio di amare ed essere
amati. «Sono previsti corsi adeguati
all’età e il coinvolgimento dei genitori»,
prosegue la Mazza. «I ragazzi sono
liberi di aderire. In aula, il tutor guida
l’incontro stimolando una lettura introspettiva
e un confronto: i giovani esprimono
pensieri ed emozioni, facendo
emergere le differenze tra i modi maschili
e femminili di leggere la realtà».
Durante la formazione scoprono: le differenze
tra uomo e donna; lo sviluppo
e i sistemi riproduttivi; il desiderio sessuale
e le scelte comportamentali.
«I ragazzi partecipano con grande
entusiasmo. All’inizio credono di sapere
tutto, poi si accorgono che l’altro è
un mistero. Pensano che “fare sesso”
sia amore, invece parlandosi si accorgono
che l’universo maschile è molto diverso
da quello femminile». L’approfondimento
delle differenti caratteristiche
tra i due sessi li induce a una riflessione
che pian piano li conquista.
«Quanto al gender, sono disorientati,
perché in questa fase sanno quello che
gli viene trasmesso in modo poco chiaro.
Noi cerchiamo di spiegare cos’è la fecondazione,
come avviene e come il sesso
dell’individuo si definisca fin dal
momento del concepimento».