Dopo anni che non compariva sulla scena pubblica Caterina Caselli era tornata a parlare con i giornalisti per presentare il documentario di Renato De Maria Caterina Caselli – Una vita cento vite, in onda stasera su Rai 3, in cui in prima persona, alternata a filmati d‘epoca, ripercorre la sua vita, dall’umile infanzia modenese, padre salumiere e madre magliaia, al suicidio del padre quando lei aveva 14 anni, al debutto al Piper giovanissima fino ai grandi successi a partire da Nessuno mi può giudicare che presentò a sanremo nel 1966. Che però non le diedero mai alla testa perché, come ha detto in una recente intervista a Famiglia Cristiana «con quello che guadagnavo potevo aiutare mia madre e mia sorella che erano rimaste sole. Mia sorella ha potuto continuare a studiare fino a diventare perito chimico, mia madre si è comprata quelle cose a cui aveva dovuto rinunciare, come un frigorifero».
La sua vita è stata nettamente divisa in due fasi: quella che le fece meritare il soprannome di “casco d’oro” per il suo caschetto corto e biondissimo così rivoluzionario per l’epoca, a quando, nel 1975 dopo il matrimonio con Piero Sugar e la nascita del figlio Filippo, decise di ritirarsi completamente dalle scene canore (fatta eccezione per una partecipazione a Sanremo con Miriam Makeba nel 1990 con Bisognerebbe non pensare che a te che le valse il quarto posto) per dedicarsi nella casa discografica di famiglia, la Sugar, al suo ruolo di scopritrice di nuovi talenti. E anche in questo ambito ha rivelato un fiuto non comune: tra gli artisti da lei scoperti figurano Elisa, Andrea Bocelli, Pierangelo Bertoli, Giuni Russo, Malika Ayane, I Negroamaro e di recente Madame. Negli ultimi anni ha anche combattuto contro un tumore. Ma continua ad andare ogni giorno alla Sugar, la musica è sempre stata con lei anche se in diverse forme. Di lei si dice che abbia un carattere tosto, non sempre facile, ma nel documentario non ha paura di rivelare la sua fragilità, commuovendosi più volte, per il padre scomparso dopo averla accompagnata a scuola per l’ultima volta (e averle raccomandato che studiare è importante), o per l’amico Paolo Conte, autore per lei di Insieme a te non ci sto più (canzone tra l’altro inserita nella colonna sonora di Arrivederci amore ciao e vincitrice di un David di Donatello nel 2006).