Dopo
la veglia di preghiera con papa Francesco venerdì sera a Roma, oltre 100 mila persone
sono scese in piazza sabato mattina a Latina per manifestare contro
le mafie e per ricordare il sacrificio delle tante vittime innocenti della criminalità
organizzata.
La
città si è riempita di giovani studenti, anziani, famiglie e
bambini per la XIX edizione della Giornata dell’impegno organizzata
ogni anno all'inizio di primavera da “Libera” e “Avviso
pubblico”.
Nel capoluogo pontino sono arrivate anche le biciclette
della “Transumanza per la legalità”, e poi tanti cittadini che
hanno preso parte alla manifestazione per stringersi intorno ai
familiari delle vittime. «Siamo venuti qui per affetto, stima e
riconoscenza per questo territorio, qui ci sono belle persone e belle
risorse», ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, in testa
al corteo. «Siamo venuti per cercare verità per don Cesare Boschin
e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose
attraversano tutto il territorio e anche l’Agro Pontino. Ho trovato
migliaia di ragazzi, qui c’è un’Italia intera che si è data
appuntamento».
«Le
nostre antenne di cittadini e associazioni», ha continuato don
Ciotti, «ci dicono che qui le mafie non sono infiltrate, sono
presenti. Fanno i loro affari nel settore dell’economia e della
finanza. Se fosse solo un problema di criminalità basterebbero le
forze dell’ordine, ma è anche un problema di case, di povertà e
di politiche sociali».
Il corteo ha sfilato fino a
piazza del Popolo per il momento clou della giornata con gli
interventi dei relatori che hanno preceduto il saluto finale di don
Ciotti. Sul palco allestito nel cuore della città sono stati
scanditi le oltre 900 vittime della mafia. «Chiediamo che la
politica decreti per legge il 21 marzo come Giornata nazionale per le
vittime di tutte le mafie», ha affermato il presidente di Libera:
«Le sveglie delle nostre coscienze sono loro, che sono caduti per la
legalità e per la giustizia. Per vivere ci vuole coraggio, perché
così la vita è più vera. Siamo tutti fragili e piccoli, ma
metterci in gioco significa vincere e si eviterà l’errore più
grande: vivere senza aver davvero vissuto».
Al
corteo si sono uniti anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il
ministro della Giustizia Andrea Orlando, il procuratore Giancarlo
Caselli, la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, il
vescovo di Latina, monsignor Mariano Crociata, numerosi parlamentari
pontini e il sindaco della città, Giovanni Di Giorgi.