Loredana Cannata è raggiante.
A Cannes La giovinezza, il film di
Paolo Sorrentino in cui lei è l’unica
attrice italiana, ha ricevuto una
lunghissima ovazione da parte del
pubblico in sala. È raggiante ma bisogna
ammettere che il merito di questa
luminosità non è solo dei suoi successi
lavorativi. Anzi. «La verità è che ho finalmente
completato un lungo percorso di
autoconsapevolezza e ho capito che voglio
e devo essere vegana».
Un regime
alimentare i cui vantaggi, secondo i suoi
esegeti, sono molteplici e a diversi livelli. Il primo e il più
evidente è legato alla pelle.
«Quando comunicai a mia madre
questa mia scelta, lei si preoccupò molto
per la mia salute credendo che mi sarei
indebolita troppo mettendo da parte
alimenti tradizionali come la carne.
La prima volta che mi rivide in un lavoro
televisivo, invece, mi chiamò immediatamente
per dirmi quanto più bella
fosse la mia pelle».
Si tratta di una presa
di coscienza che va ben oltre la tavola
e che tocca sfere del benessere diverse
tra loro. «È chiaro che il risultato più
immediato e più riscontrabile è che ti
senti più leggero, meno bloccato, e questo
lo ammettono persino i miei genitori
quando mangiano vegano durante le
mie visite alla casa di Giarratana, vicino
a Ragusa.
Andando più a fondo, però, i sensi, tutti i sensi, funzionano meglio e questo si rispecchia ampiamente in ogni aspetto della giornata». Il ragionamento della giovane attrice si dipana ulteriormente. «Quella che ho definitivamente abbracciato è anche una filosofia di vita che mi rimette in contatto con la natura. Non tutti si soffermano a pensare all’impatto che gli allevamenti di animali hanno sul Pianeta. Inquinano moltissimo, consumano tanta acqua e contribuiscono alla deforestazione del Paese».
Ha le idee chiare l’attrice e forse questa dote già si intravedeva da bambina. «Come dicevo, sono arrivata a essere vegana dopo aver seguito un percorso di metaforiche molliche di pane, ma fin da piccola masticavo a fatica la carne senza mai mandarla giù e provavo un senso di disgusto nei confronti dei formaggi e dei latticini più in generale». Esiste, in effetti, una scuola di pensiero secondo cui questi prodotti alimentari siano perniciosi per la salute, ma la discussione è ampiamente
aperta. Nonostante Loredana ami prendersi
il proprio tempo (quello che lei definisce
“ozio creativo”), il suo lavoro le
impone di rimanere sempre in forma.
«Per fortuna ho praticato molto sport
da piccola così ho potuto sviluppare
una buona muscolatura». Risultati che
si ritrova adesso che deve solo mantenere
in piedi l’apparato muscolare («anch’esso
aiutato nella sua tonicità dalla
dieta vegana») grazie al nuoto libero.
«Cerco di andare in piscina almeno un
paio di volte a settimana.
Ho un passato
da giocatrice di pallavolo nella squadra
della mia città che, in quegli anni, arrivò
addirittura in serie A1, ma adesso trovo
più prezioso rimanere sola con me stessa
dentro a un elemento magico come
l’acqua». Un punto d’approdo anche la
scelta di questa disciplina sportiva «dopo
che a Roma ho provato a fare di tutto,
dal karate al tai chi passando per la
kickboxing, che comunque ho portato
avanti per tre anni, anche perché strettamente
legata a un mio spettacolo teatrale
che ho amato molto».
Forse è normale che ricerchi il silenzio
considerando che, per via del mestiere
che ha scelto di fare, è abituata ad
ascoltare pedissequamente la voce di
un regista. «Io, infatti, approfitto di queste
nicchie tutte mie per chiedermi davvero
cosa sia la vita. Credo fortemente
che l’unico modo per stare bene con se
stessi, d’altronde, sia trovare la risposta
a questa domanda così ingombrante ma
inevitabile». La riflessione della Cannata
si approfondisce su questo punto. «Chi
pratica introspezione di questo tipo lo
capisce da solo che questa non può essere
l’unica vita che avremo e, di conseguenza,
si attacca molto meno a tutte
quelle inutili cose terrene che per molti
sono stupidamente importanti».
L’artista
siciliana dimostra di coltivare la sua
spiritualità con una certa attenzione.
«Rispetto a quello che penso non
posso che approvare il grande lavoro di
pulizia che sta affrontando papa Francesco
all’interno della Chiesa. Si è persino
espresso sugli animali dichiarando
che mangiare gli agnelli per Pasqua non
è affatto necessario». Parole di stima di
una persona che è abituata a dire solo
quello che pensa, senza troppe sovrastrutture.
«Per esempio, ho la sensazione
sgradevole che, quando si entra negli
ospedali, non se esca più. La stessa
chemioterapia, non a caso ancora molto
dibattuta, vista da fuori, da chi per
fortuna non l’ha dovuta vivere in prima
persona, sembra un veleno».
È evidente che la fiducia nella medicina
tradizionale non è elevatissima.
«Infatti mi curo molto con la frutta. Le
arance e le loro vitamine, per esempio,
riescono quasi sempre a combattere i
principi di raffreddore e poi ho un piccolo
segreto». Cioè? «Mi curo molto col
buonumore. Mi perdo nella bellezza dei
fiori e nell’immensità della natura e rinasco.
Per quanto le cose possano mettersi
male non mi dimentico mai che ci
sono persone che vivono delle vite difficili,
molto più dure della mia, e così mi
sento privilegiata e torno in pace con
me stessa».
A Loredana non mancano
certo i modi per ritrovare l’equilibrio.
Come dimostra il suo percorso fin qua,
è una donna abituata a lottare e a godersi
le piccole grandi vittorie. «Anche solo
diventare un’attrice è stato un atto di
estremo coraggio. Da bambina ero bruttina,
con mia madre che mi faceva girare
con un taglio assurdo di capelli e un
fisico magro magro che era poco più di
un mucchietto d’ossa. Invece ho osato
ed è andata bene. Ho rischiato più volte
e ogni salto nel buio che ho fatto… ho
volato».