Tanti anni fa una lettrice scriveva al vostro teologo dicendo di aver sofferto tanto per la perdita del suo cane e chiedeva cosa diceva la Chiesa sulla sorte degli animali. Nella risposta il teologo affermava che il Padre celeste, per la fiducia e l’amore che gli riserviamo, ci restituirà tutto, anche gli amici animali. Io ho sofferto come una bestia per la perdita di Decimo e solo ora comprendo a fondo quelle parole. L’ho affidato alla misericordia di Dio con la speranza che un giorno il Signore me lo riconsegnerà, secondo la sua imperscrutabile bontà. Ringraziate quel padre teologo per me.
VITTORIO
Caro Vittorio, il teologo di cui parli era padre Luigi Lorenzetti, che da poco è tornato nella casa del Padre. Certamente si rallegrerà anche da lassù per il tuo grazie. Sulla questione della sorte dei nostri amici animali, ecco quanto scriveva: «Sappiamo per fede che anche la creazione sarà trasformata all’avvento definitivo del regno di Dio. Scrive l’apostolo Paolo che “la creazione attende con ansia la manifestazione dei figli di Dio... La creazione stessa sarà un giorno liberata dalla servitù della corruzione... Fino a ora la creazione tutta geme e soffre le doglie del parto” (Romani 8,19.22).
Un bell’incoraggiamento alla speranza è quello di Paolo VI: “Anche gli animali sono creature di Dio, che nella loro muta sofferenza sono un segno dell’impronta universale del peccato e dell’universale attesa della redenzione”. La realtà futura è annuncio di piena armonia e riconciliazione che riguardano non solo l’uomo e la comunità degli uomini, ma anche il regno animale e l’ambiente naturale. Il compito terreno è quello di realizzare qui e ora una qualche anticipazione di quello che sarà in pienezza nell’ultimo giorno».