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domenica 06 ottobre 2024
 
Da Zelig ai Vangeli
 
Credere

Margherita Antonelli: «Gesù è un amico a cui possiamo chiedere consiglio»

07/03/2019  L’attrice milanese, famosa per la sua partecipazione a "Zelig", è in tournée con uno spettacolo in cui interpreta l’immaginaria vicina di casa della Sacra famiglia a Nazaret. «Dio che si rivela concretamente nel suo figlio è ciò che mi piace della fede: non dobbiamo tenere il Signore in una teca»

Margherita Antonelli è la prima a osservare le Scritture. Le ha studiate, meditate e, da queste, ha trovato ispirazione per scrivere e interpretare lo spettacolo Secondo Orfea. Quando l’amore fa miracoli. L’attrice è però anche ben consapevole che Dio non può essere relegato in una religione: il Signore straborda nella realtà, nel quotidiano, tra la gente. Tant’è vero che persino chi è lontano dalla Chiesa finisce spesso per avere nostalgia di Dio. Così nel suo spettacolo, che ha già tagliato il traguardo delle 108 repliche, Antonelli decide di mettere l’accento sull’umanità di Orfea: la vita di Gesù viene riletta dal punto di vista di questa donna semplice e un po’ ficcanaso, che abita accanto alla casa di Maria e Giuseppe a Nazaret. La nostra finirà per prendersi cura del bambino Gesù, seguirlo e vederlo crescere. Sulle prime non capisce di trovarsi di fronte al figlio di Dio: lo comprenderà solo stando accanto a lui, vivendo giorno dopo giorno. Lo spettacolo è valso ad Antonelli il primo premio del festival I teatri del Sacro nel 2013.

Perché un’attrice comica come lei, nota per il successo di Zelig, ha deciso di scrivere uno spettacolo su un tema così dichiaratamente religioso, che rischia di tagliare fuori chi non crede?

«In realtà è uno spettacolo che piace molto anche ai laici. Dopo lo spettacolo sono solita uscire sul palco per porre delle domande, sapere se e cosa è piaciuto e, alla fine, lascio anche la mia mail. Tra tutte quelle che ho ricevuto, mi è rimasta nel cuore il commento di una donna: fatta la prima Comunione, ha deciso di chiudere con la Chiesa, per prendere altre strade. Femminista convinta, ha portato avanti le sue battaglie politiche. Eppure mi ha scritto che Secondo Orfea le ha fatto venire nostalgia di Dio. Questa frase ha dato senso al mio lavoro: spesso c’è semplicemente nostalgia di Dio. Al di là di tutte le spiegazioni che cerchiamo, alla fine abbiamo solo bisogno di sentirci amati. È faticoso vivere sentendosi soli al mondo».

Quanto è importante rifuggire i toni predicatori?

«Trovo respingente soprattutto la pretesa di dover spiegare a qualcuno qualcosa che crediamo di aver capito bene. Questo in Orfea non accade: lei è una di noi, la prima a porsi domande senza avere risposte. Non sa nemmeno cosa sia la religione: segue e si affida. Il suo punto di riferimento è Gesù, il resto viene da sé vivendo accanto a lui».

Lei quando si è avvicinata alla fede?

«È molto semplice: sono nata in un ambiente cattolico. Da giovane l’unico posto bello, interessante, era un oratorio scrauso nella periferia milanese, al Corvetto. L’alternativa era farsi di eroina, così ho scelto la droga che uccide di meno: la religione, oppio dei popoli (ride). In questo oratorio ho incontrato un parroco straordinario e tantissime altre persone meravigliose, che si sono prese cura di me. Non seguire questo cammino, così bello, sarebbe stato da pazzi. Poi certo,crescendo, ho dovuto riscegliere la fede: se credere o meno davvero in questo Dio. Quando infatti mio marito mi ha lasciato e ci siamo separati, ero molto arrabbiata con il Signore: erano situazioni che mi facevano soffrire moltissimo. Riscegliere di essere cattolica è stato però un salto di qualità per il mio cammino».

Che cosa l’ha convinta, maggiormente, della fede cattolica: qual è l’aspetto che le ha fatto dire: «Va bene, ci sto»?

«La rivelazione: o uno crede veramente che Dio si è rivelato agli uomini oppure continuiamo a inventarci degli dei, dentro di noi, che ci possono andare più o meno bene a seconda delle situazioni. Mi ha convinta il fatto che Dio si è rivelato e ci ama. Nel film Al di là delle nuvole con Robin Williams c’è una bellissima scena, nella quale un angelo dice: “Dio grida disperatamente il suo amore per gli esseri umani. Non fa nient’altro che questo”. Mi ha fatto tenerezza immaginarmi il Signore così. Ecco, forse nel periodo di crisi ho riscelto proprio questo: l’amore di Dio».

Che ruolo ha la risata nel suo rapporto personale tra Dio e l’uomo?

«La comicità è una pennellata che non svilisce il quadro, bensì lo valorizza. È un mezzo stupendo per vedere la verità. Orfea non ha remore e tratta Gesù come un amico, una persona cara: noi invece lo prendiamo e lo mettiamo in una teca».

Sbaglio o quella teca lei l’ha rotta già da tempo?

«Sì, nonostante tutte le mie contraddizioni e i miei errori, l’ho tirato giù e così dovremmo fare tutti: spaccare la teca e metterci Gesù di fianco per rivolgerci a lui come si fa ai figli dei pescatori. Gesù è uno al nostro tavolo al quale possiamo chiedere consiglio o, se soffriamo, dirgli che ci siamo fatti male. Ascoltando la storia di Gesù ogni domenica, noi cattolici rischiamo di trasformare tutto nella leggenda di Gesù, invece non deve essere ridotto alla stregua di un supereroe».

I Vangeli, ispirati da Dio, sono stati tutti scritti da maschi. Nel titolo Secondo Orfea c’è la volontà di ribadire, anche provocatoriamente, l’importanza delle donne ai tempi di Gesù?

«Non è nata come una provocazione: la storia è al femminile perché io sono una donna. Tutto qua. Detto questo, la Bibbia è piena di donne incredibili e, mi permetto di aggiungere, anche molto schiette verso Gesù. Eppure, a differenza degli apostoli, loro non si sono mai sentite dire da Gesù “donna di poca fede” o “vai via, Satana”: è come se le donne stimolassero Gesù a essere pienamente quello che diventerà sulla croce».

Dopo Secondo Orfea, quali sono i suoi prossimi progetti?

«Fino ad agosto inoltrato, continua Secondo Orfea. Intanto però il 9 marzo debutto a Cesano Boscone con un nuovo spettacolo: Andiamo con Dio, presso il teatro dell’istituto Sacra Famiglia. Dopodiché il 29 marzo torno in scena al teatro Zelig di Milano, con lo spettacolo comico Lezioni di Filo-Sofia: sarò di nuovo Sofia, la donna delle pulizie con la quale ho debuttato a Zelig nel 1998».

DA ZELIG AI VANGELI

Nata a Milano nel 1963, Margherita Antonelli è famosa per il personaggio comico della donna delle pulizie Sofia, lanciato a Zelig (sulle reti Mediaset) nel 1998. Negli anni seguenti si divide tra tv, cinema e teatro prendendo parte, tra le altre cose, a due edizioni di Colorado (su Italia 1) e al film Ravanello pallido con Luciana Litizzetto. Nel 2013 ha vinto il festival I teatri del Sacro con Secondo Orfea. Ha una figlia di 16 anni, Clelia. Per contatti: antomarghe63@gmail.com.

Foto di Ugo Zamborlini

 
 
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