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SVOLTA STORICA
 

Marocco, chi abbandona l'islam non rischia più di morire

08/02/2017  Il Consiglio superiore degli Ulema, massima autorità religiosa del Paese, apre alla possibilità di convertirsi ad altre religioni. Tre anni fa, lo stesso Consiglio aveva confermato la pena capitale per i musulmani apostati. Bisogna vedere se e come il codice penale tradurrà l'innovativa apertura. In dieci anni circa 25 mila marocchini sono diventati cristiani.

Si tratta di un'apertura storica. In Marocco, chi vuole uscire dall'Islam non rischia più la condanna a morte. Il Consiglio superiore degli Ulema, massima autorità religiosa del Paese, ha accettato la possibilità che un musulmano possa convertirsi a una religione senza per questo mettere a repentaglio la propria vita. Ne ha dato notizia il sito Morocco world News.

Secondo le regole in vigore in tutti i paesi musulmani, l'apostata è condannato a morte. È vietato anche fare proseliti tra i fedeli di Maometto, se si è di altre confessioni. Ma la fatwa degli Ulema marocchini intitolata "La via degli Eruditi" supera uno dei nodi cruciali dell'Islam, in linea con uno Stato che più e meglio di altri Paesi islamici rispetta il pluralismo religioso e che, per volere del re Mohammed VI ha deciso di muovere guerra all'estremismo.

E' presto per valutare gli effetti reali sulla realtà quotidiana. Dai primi commenti emergono alcune informazioni utili a inquadrare meglio la novità. Primo: si tratta di un dietrofront dello stesso Consiglio degli Ulema che non più tardi di tre anni fa aveva approvato la condanna a morte per il musulmano apostata (che cioè lascia l'islam). Secondo. Bisogna attendere i modi con cui il codice penale marocchino recepirà, se recepirà, l'apprezzata innovazione. Oggi, ad esempio, le norme puniscono con la reclusione da sei mesi a tre anni e il pagamento di una sanzione chiunque usi «mezzi di seduzione» per indurre un musulmano a passare a un’altra religione, minacciando di chiusura la chiesa o l’edificio in cui avviene la conversione. Tra i mezzi di seduzione sono compresi lo sfruttamento della debolezza del richiedente il battesimo e il suo bisogno di assistenza, o ancora l’uso a tali fini di istituzioni educative e sanitarie, asili o orfanotrofi gestiti dalla Chiesa.

Da qui, come segnala anche il quotidiano Avvenire, la massima prudenza della autorità ecclesiali locali nell’accogliere richieste di battesimo da parte di musulmani, anche quando è chiaro che le loro intenzioni sono fondate e serie. Si stima in ogni caso che almeno 25.000 marocchini siano diventati cristiani negli ultimi dieci anni. 

Nella foto in testata, re Mohammed VI del Marocco (Foto Reuters)

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