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domenica 10 novembre 2024
 
Papà in lockdown
 

«Mi auguro che il piacere di fare le cose insieme duri anche dopo la pandemia»

19/03/2021  Secondo un’indagine, pur nella gestione del lavoro, per i papà Dad e figli migliorano il rapporto e l’equilibrio tra vita privata e lavorativa. Il commento del nostro esperto Fabrizio Fantoni

Essere genitori e coniugare le esigenze del mondo del lavoro con quelle familiari non è mai stato semplice. La situazione è diventata ancor più complessa durante l’emergenza sanitaria, dove l’intreccio tra la drastica riduzione di relazioni sociali per rimanere il più possibile nelle proprie case, il cambiamento nelle modalità di lavoro, la complessità della Dad e della gestione h24 dei propri figli hanno fatto sì che si modificassero i rapporti di genitorialità ponendo i genitori-lavoratori in situazioni inedite.

In occasione della Festa del PapàR-Everse, innovativa società di head hunting unica in Europa ad applicare il metodo del recruiting collaborativo, ha effettuato l’indagine Smartworking e paternità: come i papà stanno affrontando il lavoro da casa, in cui ha coinvolto i papà-professionisti in una survey per approfondire questo tema ancora poco battuto, indagando la portata dei cambiamenti introdotti dal Covid-19 nella vita di queste fondamentali figure maschili.

I principali risultati dell’indagine “Smartworking e paternità”

Se da un lato possiamo considerare il diffondersi della pandemia Covid-19 come uno dei peggiori drammi degli ultimi decenni, dall’altro lato questo ha reso necessario trascorrere quanto più tempo possibile all’interno delle proprie mura domestiche, con effetti concreti nel rapporto genitore-figlio e nella work-life balance.

Di questo ne è convinto anche Daniele Bacchi, CEO di R-Everse, che commenta: «la pausa pranzo con l'intera famiglia a tavola ogni giorno della settimana per me è stato un regalo bellissimo e inaspettato. Ho quattro figli dagli 8 ai 13 anni e mi sono lanciato, pranzo dopo pranzo, in discussioni sempre più interessanti, coinvolgendoli anche in tematiche lavorative. Provocarli e spronarli a condividere le loro opinioni e osservare le loro personalità formarsi giorno dopo giorno attraverso il dibattito è tutt'oggi commovente nel mio ruolo di padre».

Innanzitutto, i risultati dell’indagine confermano che il cambiamento riscontrato nel modo di lavorare è stato per la maggior parte dei casi drastico. Prima della pandemia, infatti, ben il 57% degli intervistati non aveva mai sperimentato il lavoro in smartworking, e solo il 4% lo viveva in modo stabile. Anche dopo la fine del lockdown, questa nuova modalità di lavoro è rimasta nelle vite professionali e si prospetta che non sia una “moda” destinata a scomparire, bensì possa diventare parte integrante delle condizioni contrattuali.

La survey evidenzia in particolare gli effetti della pandemia e della necessità di lavorare da casa sul rapporto tra padri e figli. Il 71% dei papà intervistati ha evidenziato un cambiamento nel rapporto con i propri figli. In particolare, questo cambiamento è considerato positivo per il 63% di loro: un dato di grande conforto sia per le famiglie sia per le aziende e i datori di lavoro, che possono solo beneficiare dall’avere collaboratori con una vita domestica quanto più possibile serena e bilanciata.

A influire notevolmente sugli equilibri domestici e nel rapporto padre-figli, è stata sicuramente anche la didattica a distanza, modalità inedita di insegnamento. Sulla totalità dei padri intervistati, infatti, il 50% ha dichiarato di aver supportato i figli in questa attività. Nello specifico, il 38% se n’è occupato in parte, alternandosi con la propria partner, mentre l’11% se n’è occupato interamente in prima persona. L’altra metà degli intervistati non ha avuto necessità di supporto oppure si è affidata alla partner o ad altre persone vicine al nucleo familiare.

Tirando le somme, dall’indagine emerge che i padri italiani sono per la maggior parte soddisfatti dell’equilibrio che, nonostante le sfide, sono riusciti a creare tra vita privata e lavorativa: un risultato importante per ogni singolo individuo, per le famiglie, e anche per le aziende.

La survey evidenzia infine come questo equilibrio di cui si è sempre alla ricerca, deve essere necessariamente supportato anche dall’intervento delle istituzioni. Per favorire una migliore conciliazione lavoro-famiglia che riguardi tanto le madri quanto i padri, nel corso degli anni - e soprattutto recentemente - sono state portate avanti misure significative che si auspica possano svilupparsi e ampliarsi ulteriormente tenendo in considerazione il contesto in cui si lavora e, in generale, si vive.

Fabrizio Fantoni, psicologo e psicoterapeuta papà di tre figli
Fabrizio Fantoni, psicologo e psicoterapeuta papà di tre figli

IL COMMENTO DELL'ESPERTO

  

«Ben venga la notizia che i papà hanno potuto trascorrere più tempo con i figli grazie al lavoro da casa e che molti hanno provato a seguire i figli nella didattica a distanza, almeno parzialmente. In un Paese dove ancora la cura dei figli appartiene prevalentemente alle madri, è una buona notizia. Certo, si tratta di professionisti, quindi di un gruppo abbastanza connotato di lavoratori. Sarebbe interessante capire se si tratta di un trend confermato da altri dati, che riguardino in genere i padri lavoratori» commenta lo psicologo psicoterapeuta esperto di adolescenti Fabrizio Fantoni.

«Non solo il lavoro da casa, ma probabilmente anche la riduzione delle attività ricreative e sociali ha fatto sì che i padri rimanessero a casa con i loro figli. Stare insieme più a lungo è stato per molti papà causa di un miglioramento dei rapporti con i figli. Ma senza eccessi di ottimismo: sono state anche numerose le situazioni familiari che la convivenza obbligata ha reso più faticose, e talvolta impossibili da portare avanti» aggiunge.

E conclude: «Sarebbe interessante anche approfondire le attività che vengono svolte insieme; durante il lockdown, la mancanza delle consuete attività extralavorative dei genitori ed extrascolastiche dei figli ha stimolato la ricerca di nuove attività da svolgere insieme. Dalla cucina alla ginnastica, dal giardinaggio alla creatività, molte sono state le attività condivise. Ci si augura che questo piacere di fare le cose insieme possa perdurare anche dopo la fine della pandemia. Infine, una maggiore presenza dei padri in casa può avere significato anche maggiore condivisione delle attività domestiche, sia con le madri che con i figli. Questo può servire in alcune famiglie per ritrovare l’idea di un “bene comune” familiare da perseguire con la partecipazione di tutti e può essere una proficua occasione educativa per insegnare ai ragazzi il senso di responsabilità e di cura attenta verso gli altri membri della famiglia».

 
 
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