"Io sinceramente mi sarei stupito di più se, come vescovo, avessi risposto di no a questo invito". Così monsignor Matteo Zuppi, da cinque mesi alla guida della diocesi di Bologna, ha commentato la sua presenza alla festa del Primo maggio organizzata da Cgil, Cisl e Uil. E' la prima volta che accade, ma Zuppi ci ha tenuto ad esserci per parlare dei lavoratori disabili a cui la festa è stato dedicata e sottolineare la piaga degli incidenti mortali sul lavoro, tornati a crescere nel 2015 (1172 a fronte dei 1009 dell'anno precedente). "Le vere barriere sono quelle dell'esclusione - ha detto Zuppi - c'è pochissimo lavoro per i disabili. Io credo che il lavoro per i disabili aiuti a migliorare tutta quanto la condizione del lavoro. Penso all'aspetto della sicurezza: purtroppo ancora quante morti sul lavoro! E aiuta a liberarci dalla rapidità oppure da un uso della tecnologia che finisce per andare contro la persone".
Il vescovo ha poi citato un tweet di papa Francesco, nel cui solco interpreta la missione pastorale: “Il lavoro è proprio della persona umana, esprime la propria dignità di essere stato creato a immagine di Dio”.
In rappresentanza degli 84 mila lavoratori disabili in attesa di un impiego, la toccante testimonianza di Leonardo Scandellari, affetto dalla sindrome di Down: “Ho fatto l’istituto alberghiero - racconta -, poi per tre anni ho lavorato in un panificio, ogni giorno dalle dieci di sera alle quattro di mattina. Ho fatto il pasticciere, adesso lavoro in un bar, ma da settembre sarò di nuovo senza lavoro. E io sono stufo: voglio essere assunto, voglio l’in-de-ter-mi-na-to, perché voglio pagarmi un affitto e andare a vivere con la mia ragazza”.