Monsignor Luigi Bettazzi (1923-2023) nella sua casa ad Albiano non lontano da Ivrea (Torino) , durante l'intervista a Famiglia Cristiana e a Maria con te nell'agosto 2022. Foto di Paolo Siccardi/Walkabout.
Era nato il 26 novembre 1923. Tra quattro mesi avrebbe dunque compiuto 100 anni. Profeta di pace, artefice della riforma della Chiesa (a partire dal rifiuto di certe forme di potere e di lusso e dalla scelta preferenziale dei poveri), monsignor Luigi Bettazzi è morto poco dopo le 4 di domenica 16 luglio nella sua casa di Albiano d'Ivrea (Torino).
Luigi Bettazzi in realtà aveva visto la luce a Treviso, in Veneto, città dove lavorava il padre. Si trafserì presto a Bologna, la città della mamma e lì, Il 4 agosto 1946, fu ordinato sacerdote. Dal 29 settembre 1963 partecipò ai lavori del Concilio Vaticano II: era stato appena nominato vescovo ausiliare del cardinale Giacomo Lercaro. Dal 1966 al 1999 fu vescovo di Ivrea (Torino). Dal 1968 al 1985 fu presidente di Pax Christi Italia.
Monsignor Luigi Bettazzi (1923-2023) nella sua casa ad Albiano non lontano da Ivrea (Torino) , durante l'intervista a Famiglia Cristiana e a Maria con te nell'agosto 2022. Foto di Paolo Siccardi/Walkabout.
Diventò celebre per lo scambio di lettere col segretario del Partito comunista italiano, Enrico Berlinguer (ma si confrontò anche con altri, ad esempio con il segretario della Democrazia Cristiana Benigno Zaccagnini). La Lettera aperta di monsignor Luigi Bettazzi a Berlinguer, datata 6 luglio 1976, fu pubblicata sul settimanale diocesano di Ivrea Il risveglio popolare dell'8 luglio 1976 e riprodotta sulla rivista del Pci Rinascita il 14 ottobre 1977. Si parlava di fede e giustizia sociale, di come intendere la laicitià...
«Le sembrerà forse singolare», scrisse Bettazzi, «tanto più dopo le ripetute dichiarazioni dei vescovi italiani, che uno di loro scriva una lettera, sia pure aperta, al Segretario di un partito, come il Suo, che professa esplicitamente l'ideologia marxista, evidentemente inconciliabile con la fede cristiana. Eppure mi sembra che anche questa lettera non si discosti dalla comune preoccupazione per un avvenire dell'Italia più cristiano e più umano... È per amore di dialogo che ora mi rivolgo a Lei, e in Lei a tutti coloro che hanno responsabilità. nel Suo partito, e in generale a tutti coloro che vi hanno dato adesione, soprattutto col voto... Mi scusi questa lettera, che molti giudicheranno ingenua, e non pochi contraddittoria con la mia qualifica di vescovo. Eppure mi sembra legittimo e doveroso, per un vescovo, aprirsi al dialogo, interessandosi in qualche modo perché si realizzi la giustizia e cresca una più autentica solidarietà tra gli uomini. Il "Vangelo", che il vescovo è chiamato ad annunciare, non costituisce un'alternativa, tanto meno una contrapposizione alla «liberazione» dell'uomo, ma ne dovrebbe costituire l'ispirazione e l'anima. Gesù stesso, quando si presentò ai suoi contemporanei, lo fece con le parole dell'antico profeta, affermando di essere "mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore"».
«Lei», rispose Enrico Berlinguer in una missiva datata 7 ottobre 1977, «ha sollevato problemi la cui soluzione positiva è molto importante per l’avvenire della società e dell’Italia, per una serena convivenza fra tutti i nostri concittadini, non credenti e credenti, oltre che, in particolare, per lo sviluppo di quel dialogo, per amore del quale ha pensato di rivolgersi a me, come lei dice, in quanto segretario del Partito comunista italiano» (tra chi pubblica integralmente i testi segnaliamo Aggiornamenti sociali) .
Monsignor Luigi Bettazzi (1923-2023) nella sua casa ad Albiano non lontano da Ivrea (Torino) , durante l'intervista a Famiglia Cristiana e a Maria con te nell'agosto 2022. Foto di Paolo Siccardi/Walkabout.
Grazie alla sua testimonianza e al suo insegnamento monsignor Luigi Bettazzi fu riferimento per molti cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e laici che intendevano (e intendono) vivere la fede in fedeltà al Vangelo e ai documenti conciliari. A chi gli chiedeva quale fosse il più bello rispondeva: «Forse è la Costituzione Dei Verbum, che ha rimesso la Parola di Dio nelle mani e nel cuore di tutti i battezzati». Quello più attuato? «Probabilmente la Costituzione Sacrosanctum Concilium, che ripropone la liturgia come preghiera di tutto il popolo di Dio. Anche se oltre l’uso delle lingue volgari, non si è fatto molto per superare il clericalismo, la prevalenza cioè del clero (e non solo nella liturgia); e oggi c’è una spinta per il ritorno all’antico con il pretesto che è più mistico». Il più importante, se possibile? «Antipatico dover scegliere», rispondeva Bettazzi, «ma direi la Costituzione Gaudium et spes, che cambia prospettiva. Non più Chiesa giudice severa e cittadella assediata, ma aperta a leggere i segni dei tempi, compagna di strada dell’uomo. Magari fossimo capaci di attualizzarne fino in fondo lettera e spirito».
Per monsignor Bettazzi rimaneva e rimane ancora molto da fare: «La rivoluzione copernicana contenuta nella Gaudium et spes (non l’umanità per la Chiesa, ma la Chiesa per l’umanità) e quella della Lumen gentium (non i fedeli per la gerarchia, ma la gerarchia per i fedeli) stentano ad affermarsi». Concilio Vaticano III? «No. Credo semmai che vada attuato pienamente il Vaticano II. Non vorrei che un Vaticano III finisse con l’essere programmato per chiudere le aperture fin qui fatte»
Nel dicembre 1992 partecipò alla prima Marcia per la pace nei Balcani, entrando con 500 militanti del mondo pacifista nella Sarajevo assediata e bombardata accanto al suo confratello vescovo, don Tonino Bello, già gravemente malato.
Le sue condizioni di salute si sono aggravate nei giorni scorsi. Sabato 15 luglio, l'attuale vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Cerrato, aveva invitato alla preghiera: «Accompagniamo monsignor Bettazzi che si sta avviando lucidamente al tramonto terreno. La nostra preghiera lo sostenga». Il funerale di monsignor Luigi Bettazzi si tiene martedì 18 luglio alle 15,30, in Duomo, a Ivrea.
Nei mesi scorsi, in occasione dei 60 anni dell'apertura del Concilio Vaticano II e dei 30 anni della Marcia a Sareajevo rilasciò lunghe interviste a Famiglia Cristiana e a Maria con te.