Un uomo e una donna escono a cena. Si piacciono, lei lo invita a salire. Il mattino dopo lei è sconvolta, convinta di essere stata violentata. Ma lui, uno stimato chirurgo, nega: era un rapporto consenziente. Inizia così una serrata indagine da cui emergono ambiguità da entrambi i lati, che tiene lo spettatore sospeso. Chi dei due mente? Qual è la verità? Non mentire è una serie che va in onda a partire dal 17 febbraio su Canale 5, remake della serie inglese Liar. La protagonista, l’insegnante precaria Laura, è interpretata da Greta Scarano.
Un altro personaggio inquieto, dopo quelli di In Treatment, Suburra, La verità sta in cielo...
«Siamo tutti un po’ inquieti. È difficile che in un personaggio prevalga solo un lato del suo carattere. Io preferisco lavorare su ruoli non a tutto tondo ma che abbiano sfumature».
Come descriverebbe la protagonista di Non mentire?
«Laura è una donna a volte un po’ sbagliata come lo siamo tutti, solare e inquieta allo stesso tempo, con un carattere forte che non si piega mai. Altre donne sarebbero sprofondate nella vergogna, e invece lei vuole andare fino in fondo e dimostrare di aver subìto violenza e avere giustizia. Mi è piaciuta subito la storia, scritta benissimo, e non ho dovuto fare nemmeno un provino perché il regista Gianluca Maria Tavarelli mi ha voluta a tutti i costi per quel ruolo».
Come si è preparata?
«Ho incontrato un’assistente sociale che segue le donne vittime di violenza. Purtroppo loro non erano disponibili a parlare con me. Mi ha spiegato che hanno subito un trauma talmente forte che si chiudono, oppresse da vergogna e addirittura senso di colpa».
Il film affronta una situazione ambigua, in cui la donna sembra accettare il corteggiamento, però poi si tira indietro. Molti direbbero che in questo caso la donna ha qualche responsabilità. Lei cosa ne pensa?
«Io penso che una donna sia libera di essere attratta da un uomo, di flirtare, ma di non voler accettare un rapporto sessuale. E se dice di no, in qualsiasi momento accada, deve essere no. È necessaria una rivoluzione culturale che coinvolga anche gli uomini, che devono imparare a capire il confine tra corteggiamento e disponibilità».
Lei ha preso posizione nel movimento “Me too”?
«Io ho aderito firmando l’appello e credo sia giusto farsi sentire in modo concreto. Si sta lavorando a un nuovo testo in cui si propone un intervento nelle scuole di recitazione per insegnare alle ragazze come comportarsi in caso di molestie».
Le è mai capitato nella sua vita di subire molestie?
«Sono stata molto fortunata e non mi sono mai trovata in difficoltà. Ho sempre mantenuto un atteggiamento serio e concentrato sul lavoro, e quando ero più giovane i miei genitori mi hanno accompagnato ai provini e sul set. Io sono una persona molto dolce, ma anche determinata, non ho l’ambizione del successo a tutti i costi, mi anima una grandissima passione, e non sarei mai scesa a compromessi».
Ha sempre voluto recitare?
«Fu mio padre a iscrivere me e mia sorella a un corso di recitazione quando eravamo piccole. E da lì è scattato qualcosa, e recitare è sempre stata l’unica cosa che volevo fare».
Tra poco la vedremo nella serie internazionale Il nome della rosa in onda a marzo su Rai 1. Un ruolo in costume, con tante star. Com’è andata?
«È stato bellissimo: abiti meravigliosi, truccatori bravissimi. Io recito due ruoli: Margherita da Trento, la compagna dell’eretico fra Dolcino, e la loro figlia, che è un personaggio inventato e che si vuole vendicare dell’uccisione dei suoi genitori. Ho dovuto girare scene in cui combattevo con le spade, l’arco, la roncola e il pugnale».
Lei sa cantare e suona la batteria...
«Ho potuto sfoggiare le mie doti canore in un documentario di Sky in cui ho interpretato la cantante statunitense Janis Joplin. La batteria non la suono più, è un po’ ingombrante come strumento, ma strimpello la chitarra e con i miei ex compagni del liceo stiamo pensando di mettere su un gruppo».
Ci sono progetti di maternità nel suo futuro?
«Assolutamente sì, i bambini mi piacciono molto, e ho fatto un po’ da mamma alla mia sorella minore, che ha 14 anni. Anche se confesso che l’idea un po’ mi spaventa».