Mi trovo in quell’età in cui ho a che fare da una parte con figli adolescenti che tendono a diventare sempre più autonomi e a “sfuggire” dalla famiglia, dall’altra con genitori anziani che invece hanno sempre più bisogno delle nostre cure, sia sul piano fisico che su quello morale. Non soltanto noi adulti di mezzo dobbiamo occuparci di entrambi, ma credo abbiamo il dovere di favorire i rapporti tra le generazioni più anziane e quelle più giovani. Sicuramente è più facile quando il rapporto nonni-nipoti si è sviluppato in modo spontaneo nel corso degli anni. Quello che mi sembra difficile, nel caso dei miei figli, è riconoscere e accettare che i nonni stanno diventando vecchi e non hanno più le stesse capacità ed energie che hanno conosciuto da piccoli. A volte i ragazzi diventano addirittura poco sensibili nel capire che i nonni purtroppo non sono più gli stessi di qualche anno fa. Può darci una mano? MAURO
— Caro Mauro, vivere con le radici nel passato e con la testa nel domani è la fatica che affrontiamo ogni giorno. In questa fatica, il tempo corre e gradualmente ci accorgiamo che le persone cambiano. Non solo i ragazzi crescono, ma anche i nonni invecchiano. Si può aiutare i ragazzi a dare un senso di prospettiva al tempo, il loro e quello dei nonni, facendoli riflettere su come sono cambiati dall’infanzia a oggi e sostenendoli nel fare lo stesso con gli anziani. Il tempo è un grande mistero per gli adolescenti: ne hanno molto a disposizione, talvolta lo sprecano. Essere adulti è una prospettiva lontana. Per noi adulti il tempo è assai più breve, scorre veloce, e ancora di più ciò avviene per gli anziani.
Occorre spiegarlo bene ai ragazzi, perché non possono sapere ancora che cosa è il tempo che ci consuma e che si abbrevia davanti a noi. Del tempo si parla con loro solo in termini utilitaristici (a che cosa serve, come lo utilizzano) e non come un evento che ogni giorno accade e lascia le sue tracce. E come dobbiamo aiutare i ragazzi ad accettare che per alcuni aspetti i nonni non sono più gli stessi di qualche anno fa, dobbiamo invece proporre ai nonni di ricordare come erano quando avevano l’età dei nipoti: quali energie, aspettative, desideri nutrivano dentro di sé. Questo li può guidare nel riconoscersi in fondo simili «Non riconoscono e non accettano che i nonni stiano diventando vecchi» ai ragazzi più giovani e può attivare un dialogo utile per entrambi. A questo proposito, proporrei a questi ragazzi la lettura di un libro pubblicato nello scorso aprile: Nonni che narrano la storia di Massimo Madella (Editore Tau), un ex dirigente scolastico in pensione. È scritto da un gruppo di nonni per i loro nipoti e raccoglie racconti, anzi storie di vita di gente comune dalla Seconda guerra mondiale agli anni ’70. Meglio di un libro di storia, può mettere a contatto i ragazzi di oggi con il mondo lontano in cui affondano le loro radici, per capire come erano i loro nonni da ragazzi, ma anche per comprendere meglio l’oggi