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martedì 30 maggio 2023
 
SANTA MARTA
 

«Né effimeri né eterni: non siamo padroni del tempo»

01/02/2018  Papa Francesco ha osservato che pensare alla morte aiuta a non restare “imprigionati” dal momento presente, stando chiusi in se stessi. La morte, inoltre, “è una memoria anticipata” per riflettere: “Quando morirò, cosa mi sarebbe piaciuto fare oggi?".

“Noi non siamo né eterni né effimeri: siamo uomini e donne in cammino nel tempo, tempo che incomincia e tempo che finisce”. Lo ha detto il Papa, che, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Sir,  nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta ha spiegato come pensare alla morte aiuti a non restare “imprigionati” dal momento presente, “chiuso in se stesso”. “La morte è un fatto che tocca a tutti”, ha ricordato il Papa: “Più tardi, più presto, ma viene”. “Ma c’è la tentazione del momento che si impadronisce della vita e ti porta ad andare girando in questo labirinto egoistico del momento senza futuro, sempre andata e ritorno, andata e ritorno”, l’analisi di Francesco: “E il cammino finisce nella morte, tutti lo sappiamo. E per questo la Chiesa ha sempre cercato di far riflettere su questo fine nostro: la morte, no”. “Io non sono il padrone del tempo”: “Ripetere questo aiuta”, ha raccomandato il Papa, perché “ci salva da quella illusione del momento, di prendere la vita come una catena di anelli di momenti, che non ha senso”. “Io sono in cammino e devo guardare avanti”, ma anche considerare – ha spiegato – che “la morte è un’eredità”.

Di qui la necessità di domandarci: “Quale eredità se Dio oggi mi chiamasse? Quale eredità io lascerò come testimonianza di vita? È una bella domanda da farci. E così, prepararci perché tutti noi, nessuno di noi rimarrà ‘di reliquia’. No, tutti andremo su questa strada”. La morte, infine, “è una memoria”, una “memoria anticipata” per riflettere: “Quando io morirò, cosa mi sarebbe piaciuto fare oggi in questa decisione che io devo prendere oggi, nel modo di vivere di oggi? È una memoria anticipata che illumina il momento di oggi. Illuminare con il fatto della morte le decisioni che io devo prendere ogni giorno”. Sentirci in cammino verso la morte, ha concluso il Papa la sua omelia, “ci farà bene a tutti”.

 

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