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giovedì 07 novembre 2024
 
 

Il Papa, Santa Marta e il Web

29/05/2013  Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, risponde con una nota a chi chiede che le messe del Papa in Santa Marta siano trasmesse i diretta sul web.

Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha diffuso la seguente nota in merito alla questione proposta da Famigliacristiana.it ieri con l'articolo intitolato "Santa Marta ore 7: parla il Papa". Nell'articolo si proponeva di trasmettere in diretta e in forma integrale sul Web il "mini-magistero" che papa Francesco svolge ogni mattina appunto durante la celebrazione eucaristica in Santa Marta. A questo è appunto dedicata la nota di padre Lombaradi che qui pubblichiamo.


"Il grandissimo interesse suscitato dalle brevi omelie del Papa nel corso delle messe celebrate al mattino nella cappella della Casa Santa Marta fa sì che si sia posta e si continui a porre spesso, da diverse parti, la domanda sulla possibilità di accedere a tale celebrazione o a tale omelia in modo completo e non solo tramite le sintesi pubblicate ogni giorno da Radio Vaticana e Osservatore Romano.

La domanda è comprensibile ed è stata più volte presa in considerazione e fatta oggetto di una riflessione approfondita, e merita una risposta chiara. Anzitutto, è necessario tener conto del carattere che il Santo Padre stesso attribuisce alla celebrazione mattutina della Messa a Santa Marta. Si tratta di una Messa con la presenza di un gruppo non piccolo di fedeli (in genere oltre cinquanta persone), ma a cui il Papa intende conservare un carattere di familiarità. Per questo, nonostante le richieste pervenute, egli ha esplicitamente desiderato che non venga trasmessa in diretta video o audio.

Quanto alle omelie, non sono pronunciate sulla base di un testo scritto, ma spontaneamente, in lingua italiana, lingua che il Papa possiede molto bene, ma non è la sua lingua materna. Una pubblicazione “integrale” comporterebbe quindi necessariamente una trascrizione e una ristesura del testo in vari punti, dato che la forma scritta è differente da quella orale, che in questo caso è la forma originaria scelta intenzionalmente dal Santo Padre. Insomma, occorrerebbe una revisione del Santo Padre stesso, ma il risultato sarebbe chiaramente “un’altra cosa”, che non è quella che il Santo Padre intende fare ogni mattina.

Dopo attenta riflessione si è quindi considerato che il modo migliore per rendere accessibile a un largo pubblico la ricchezza delle omelie del Papa senza alterarne la natura è quello di pubblicarne un’ampia sintesi, ricca anche di frasi originali virgolettate che riflettano il sapore genuino delle espressioni del Papa. E’ quanto s’impegna a fare l’Osservatore Romano ogni giorno, mentre la Radio Vaticana, in base alla sua natura caratteristica, offre una sintesi più breve, ma corredata anche da alcuni brani dell’audio originale registrato, e il CTV offre una videoclip corrispondente a uno degli inserti audio pubblicati dalla Radio Vaticana.

Bisogna insistere sul fatto che, nell’insieme dell’attività del Papa, va conservata con cura la differenza fra le diverse situazioni e celebrazioni, come pure il diverso livello di impegno dei suoi pronunciamenti. Così, in occasione delle celebrazioni o attività pubbliche del Papa, trasmesse in diretta televisiva e radiofonica, le omelie o i discorsi vengono trascritti e pubblicati integralmente. In occasione di celebrazioni più familiari e private occorre rispettare il carattere specifico della situazione, della spontaneità e della familiarità delle espressioni del Santo Padre.

La soluzione prescelta rispetta quindi anzitutto la volontà del Papa e la natura della celebrazione mattutina, e allo stesso tempo permette a un largo pubblico di accedere ai messaggi principali che il Santo Padre offre ai fedeli anche in tale circostanza".

L'articolo di Famigliacristiana.it

Il “mini-magistero” di papa Francesco va in scena tutte le mattine nella cappella del Convitto (così lo chiama Bergoglio) di Santa Marta. Ma è un magistero per pochi, solo per gli ospiti del Convitto e per gli “invitati” che ogni giorno vengono chiamati e ammessi alla messa di papa Francesco. Nell’era del social network, della tivù on-demand che appare su ogni piattaforma digitale, la messa di Santa Marta è affare esclusivo.

I giornalisti aspettano il resoconto della Radio Vaticana che appare sul sito web attorno alle 11 del mattino e poi quello dell’Osservatore Romano, che viene inviato via mail agli accreditati intorno alle 16 del pomeriggio. E’ vero che la trascrizione ufficiale delle omelie di papa Francesco, pronunciate in italiano con qualche parola in spagnolo, una sorta di lingua meticcia, richiede qualche tempo e forse la revisione dello stesso Pontefice. Eppure queste omelie e queste celebrazioni sono l’aspetto più innovativo del pontificato di Francesco.

Basta poco per mettere a disposizione dei fedeli il “mini-magistero” di papa Bergoglio. E’ sufficiente una piccola telecamera collegata in streaming al sito del web della Santa Sede. Insomma un link alla messa di papa Francesco e così tutti dal proprio smartphone, dal proprio computer e anche dalla televisione di casa potrebbero collegarsi alla mattina e seguire la messa del papa. Lo si può fare in treno, in metropolitana, il segnale audio digitale può essere rilanciato da centinaia di radio del mondo e quello video dalle tivù.

Ci sono migliaia di siti cattolici, centinaia di televisioni e radio in tutto il pianeta, facebook e twitter pronti a rilanciare le parole semplici e al tempo stesso profonde di papa Francesco.Sarebbe un bel segnale al mondo e alla intera Chiesa rendere pubblica, copyfree, la messa mattutina del papa.

E’ Bergoglio a spiegare la sua è una “Messa pubblica”. Lo scrive in  una lettera al parroco argentino Enrique “Quique” Rodriguez, un sacerdote suo amico, che lavora nella città di La Roioja. La pubblica oggi il quotidiano di Buenos Aires El Clarin. Gli spiega che cerca “di conservare lo stesso modo di essere e di agire che avevo a Buenos Aires, poiché se alla mia età cambiasse è certo che sarei ridicolo”.

Poi aggiunge: “Non ho voluto andare a vivere nel palazzo Apostolico. Vado là solo a lavorare e per le udienze. Sono rimasto a vivere presso la Casa Santa Marta, che un convitto (dove siamo stati ospiti durante il Conclave), che ospita vescovi, sacerdoti e laici. Sono visibile alla gente, faccio vita normale: Messa pubblica al mattino, mangio alla mensa con tutti,ecc. Tutto ciò mi fa molto bene e mi evita di restare isolato”. 

Alberto Bobbio

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