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giovedì 07 novembre 2024
 
Terrorismo
 

Obama, il guerriero che non sa fare politica

06/10/2014  Non è vero che Obama è troppo "timido" nell'usare la forza. I suoi errori, semmai, sono politici. anche con l'Isis.

Barack Obama (Reuters).
Barack Obama (Reuters).

La campagna contro l'Isis, diventata una bandiera per gli Usa dopo che i cristiani e le altre minoranze dell'Iraq sono arrivate sull'orlo del genocidio, rischia di diventare una tipica "guerra alla Obama". Intendendo con questa espressione una guerra che pare fatta controvoglia, a metà, forse senza molte prospettive o speranze di riuscita.

Obama merita questa fama? Chi lo giudica da "destra" lo considera un idealista ingenuo, un Presidente incerto, in qualche caso persino un pavido. Chi lo giudica da "sinistra" lo ritiene un degno erede di George Bush. In realtà, se si vuole stare ai fatti, il premio Nobel per la Pace 2009 è piuttosto incline a usare la forza. E pure senza troppe remore.

Con i bombardamenti in Siria la Casa Bianca di Obama è arrivata al suo settimo Paese a maggioranza islamica bombardato: Yemen, Somalia, Libia, Pakistan, Iraq, Afghanistan e, appunto, Siria. In soli sei anni, più di un Paese l'anno. Obama ha fatto uccidere Osama Bin Laden con un'incursione in Pakistan, senza minimamente avvertire il Governo locale, che pure è alleato degli Usa. E sempre in Pakistan, Obama ha fatto condurre centinaia di incursioni dei droni che hanno provocato migliaia di vittime tra i civili, destando in questo caso le furibonde proteste pakistane (250 incursioni e 1.400 morti tra i civili, dicono le statistiche più attendibili).. 

A proposito di droni: situazione analoga in Yemen dove, per combattere la guerriglia degli sciiti, sono stati falciati moltissimi civili innocenti.

Afghanistan: Obama ha triplicato le truppe e intensificato le operazioni militari nel famoso "surge" affidato all'altrettanto famoso generale David Petraeus. E se ha ritirato l'esercito dall'Iraq, in compenso ha appena stipulato con Governo afghano un accordo per lasciare a Kabul circa 12 mila soldati.
Bahrein: Obama ha "benedetto" la repressione condotta dall'esercito dell'Arabia Saudita nel Paese vicino. Esercito che usa armi vendute dagli americani. Che, tra l'altro, sono il primo venditore di armi del mondo e distribuiscono un quarto delle loro vendite proprio nel Medio Oriente.

Non è finita. La Nsa (National Security Agency), come rivelato dal "rinnegato" Snowden, per anni ha spiato alleati e nemici, anzi, soprattutto gli alleati, come bene sanno la Merkel e Hollande. E sempre per restare in Europa, gli americani si sono pesantemente infiltrati nella crisi dell'Ucraina, appoggiando e finanziando le proteste che hanno poi rovesciato il filorusso presidente Janukovich.

Difficile dire che un Presidente così sia timido, o restio a impiegare la forza per difendere gli interessi americani. O per difendere la pace e affermare la democrazia, come direbbero i più ottimisti.

Se Obama può e deve essere criticato, quindi, forse non è per le scelte militari ma per quelle politiche. In ordine sparso: meno di un anno fa era pronto a bombardare Assad e il suo esercito, oggi deve riconoscere che quelli sono, in Siria, l'unico vero argine all'Isis. In Libia nel 2011 ha favorito, bombe alla mano, la caduta di Gheddafi, senza contribuire a un cambio di regime di u qualche spessore. Oggi il Paese è spezzato e preda della guerra civile. Nello Yemen, Obama ha fatto bombardare e combattere in ogni modo i ribelli sciiti, schierandosi accanto a un Presidente "finto" che per moltissimi anni era stato il "vice" del dittatore deposto nel 2012. Oggi deve accettare che quei ribelli siano partecipi del potere, insediati nella capitale San'aa.

Obama ha protetto in ogni modo l'alleanza con l'Arabia Saudita. Per poi scoprire che i quattrini sauditi avevano contribuito ad armare quell'Isis che ora si vuole combattere. E così via. Ora, alla vigilia degli ultimi due anni di presidenza, Obama è di fronte all'ennesima scelta difficile: se i bombardamenti non bastassero, gli toccherà mandare le truppe sul terreno dell'Iraq e della Siria?

 

 

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