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lunedì 27 marzo 2023
 
OLIMPIADI INVERNALI
 

Vincono Milano e Cortina: ora occhio a non far impennare i costi

24/06/2019  La delegazione italiana guidata dal premier Conte: «Vince il Paese, sarà memorabile». Lungo applauso a Milano al teatro Grassi con il presidente Mattarella. A Cortina campane a festa, srotolato dal campanile un tricolore di 30 metri.Il governatore del Veneto Zaia e il sindaco di Milano Sala hanno presentato insieme la doppia candidatura

Foto in quest'articolo: Ansa
Foto in quest'articolo: Ansa

E dunque Milano-Cortina 2026. Dalla nostra pesavano gli impianti sulla carta già tutti esistenti tranne l’hockey a Rogoredo (ma con il bisogno di robuste ristrutturazioni: la pista da bob/slittino di Cortina 1956 è da rinnovare - leggasi rifare -, il Palasharp piú o meno pure), dalla loro il fatto di aver provato nove volte invano ad avere l’Olimpiade invernale, in un Paese in cui l’inverno è leggenda e gli sport invernali pure; dalla nostra (su Milano) pendeva il buon ricordo dell’Expo e la buona fama di Milano città efficiente e (su Cortina) la capacità attrattiva della perla delle Dolomiti dove tutto il mondo facoltoso cerca di andare a sciare (ma con troppa distanza, 411 km tra le due); dalla loro la credibilità di un Paese ritenuto affidabile, economicamente stabile, e con l’attenzione alle diversità e alle barriere ritenuta significativa in vista della Paralimpiade.

Alla candidatura olimpica si va per sogno: per avere in casa la più bella avventura sportiva che si possa vivere, per dimostrare al mondo di essere bravi a organizzarla e anche per trarne l’immediato vantaggio dell’iniezione di capitali che l’evento porta, a fronte degli investimenti richiesti.

Sperando poi di trarne anche vantaggi duraturi, che si promettono e prevedono - sostenuti da studi della Bocconi, di Ca’ Foscari e della Sapienza - nel grande libro  della candidatura, ma che ha quasi sempre il vizio di forma di essere ottimistico perché finalizzato a vincere la  gara contro le altre candidate, a far bella figura. Lì tutti si presentano da virtuosi: budget sostenibili, costi bassi, eredità - legacy si dice nel grande libro - ricca e positiva, poi la storia insegna (si veda lo studio di Oxford tra i pochi indipendenti perché non finalizzati a candidature) che non sempre va così, anzi mai: l’Olimpiade invernale ha sforato il budget dei costi diretti del 142% in media, fin qui, e nessuna edizione dal 1960 è andata in pari. Sui costi indiretti, non direttamente affidati al comitato organizzatore, cioè sull’eredità in fatto di infrastrutture e ricadute positive a lunga scadenza, non ci sono comparazioni perché mancano, secondo Oxford, dati comparabili o comunque dotati di un grado di affidabilità sufficiente a uno studio accademico.

Olimpiadi, oneri e onori: il sogno, l'occasione da non perdere, i costi dell'impresa, la grande incognita sicurezza

Chi vince va dunque incontro a una grande avventura sportiva ed extrasportiva, che porta nell’immediato consensi, introiti, occasioni di grandi opere, lavoro, turismo. Ma va incontro anche alla grande incognita del giorno dopo, di cui si saprà quando si spegnerà la fiaccola del 2026 e negli anni a venire. Gli amministratori che oggi esultano non saranno gli stessi di allora, ma starà a loro non consegnare a chi verrà dopo e a tutti noi un testamento pieno di debiti. Per la Grecia il dopo Atene 2004 è stato l’inizio della grande crisi. Chi ha oggi l’onore e l’onore di organizzare Milano-Cortina 2026 ne tenga conto, si dimostri buon padre di famiglia fin là, a costo di cedere qualcosa alla grandeur che da sempre i Giochi dell’era moderna evocano, dal Barone De Coubertin in giù. Ben sapendo, però, che di questi tempi la grande incognita dei Giochi in tema di costi si chiama sicurezza: un fattore ineliminabile, che l’Olimpiade spalmata su più sedi rischia di moltiplicare in termini economici. Occorrerà dimostrare noi, non tanto al Comitato olimpico internazionale ma agli italiani del 2026 che, in caso di sforamento del budget oggi approvato, si accolleranno ogni euro in più, che quest’Olimpiade l’abbiamo meritata perché abbiamo dato un’affidabilità che sapremo mantenere, anche per non dare adito al sospetto che i signori del Cio, nel fuggi fuggi generale, si siano accontentati di darle all’unico mezzo pollo che non si è scansato in tempo.

Alla fine la medaglia più importante sarà riuscire nell’impresa di dimostrare al mondo che saremo bravi a organizzare tenendo a bada il rischio economico. Solo così avremo vinto davvero la nostra Olimpiade. Perché su quel fronte non si può dire che l’importante sia partecipare.

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Olimpiadi invernali 2026, vincono Milano e Cortina: l'esultanza italiana a Losanna
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