Sarà cardinale ma non vescovo. «Voglio morire con il mio abito francescano». Padre Raniero Cantalamessa, frate cappuccino, predicatore della Casa Pontificia dal 1980, riceverà la porpora nel Concistoro del prossimo 28 novembre. Ma ha chiesto a papa Francesco la dispensa dall’ordinazione episcopale, una possibilità attualmente non codificata dal Diritto canonico ma che già era stata concessa da Giovanni Paolo II al gesuita padre Roberto Tucci, direttore generale della Radio Vaticana negli anni Settanta che Wojtyla volle creare cardinale nel 2001.
«Dal momento che c’è questa possibilità», rivela padre Cantalamessa alla stampa diocesana di Rieti, diocesi nella quale attualmente risiede, «ho chiesto al Santo Padre la dispensa dall’ordinazione episcopale. L’ufficio del vescovo, come dice il titolo di un mio recente libro di esercizi spirituali per vescovi, è di essere pastore e pescatore. Alla mia età, 86 anni, c’è ben poco che potrei fare come “pastore”; d’altra parte, quello che potrei fare come “pescatore” posso continuarlo a fare annunciando la parola di Dio. Un altro motivo è il desiderio di morire con il mio abito francescano: cosa che difficilmente mi avrebbero permesso di fare se fossi stato vescovo».
Commentando la decisione del Papa di crearlo cardinale, padre Cantalamessa ricorda: «Non sono il primo predicatore della Casa Pontificia, un tempo detto Predicatore Apostolico. Lo furono anche padre Anselmo Marzati di Monopoli, che papa Clemente VIII nominò a tale carica nel 1595 e creò cardinale il 9 giugno 1604; padre Francesco Maria Casini, nominato Predicatore apostolico da Innocenzo XII nel 1698 e fatto cardinale da Clemente XI nel 1712; padre Ludovico Micara da Frascati, che Pio VII nominò Predicatore Apostolico nel 1819 e Leone XII cardinale nel 1826. Molto più estesa è la lista dei Predicatori consacrati vescovi e arcivescovi nel corso della storia. Il luogo e i tempi di predicazione ai Sacri Palazzi sono cambiati nel corso del tempo. Oggi la predicazione si tiene ogni venerdì mattina durante l’Avvento e la Quaresima in presenza del Papa, dei cardinali, prelati, superiori generali degli ordini religiosi, e anche membri del personale, maschile e femminile, che lavora in Vaticano. Solo il Venerdì Santo la predica si tiene nella Basilica di San Pietro durante la Commemorazione della Passione. Il Santo Padre mi ha già fatto sapere che desidera che continui nel mio ufficio di Predicatore e mi sono già messo all’opera per le prediche di Avvento che quest’anno si terranno nell’Aula Paolo VI, per consentire il dovuto distanziamento richiesto dalle misure di contenimento dell’epidemia».
Quanti al ruolo che lo attende, Cantalamessa sottolinea che «la nomina di cardinali ultraottantenni, come si sa, non comporta impegni pastorali particolari. Quindi, grazie a Dio e al Papa, potrò continuare a fare la vita di sempre: predicare nei limiti imposti dall’età – e, al momento presente, dalla pandemia – e risiedere, con alcune monache clarisse cappuccine, nell’Eremo dell’Amore Misericordioso di Cittaducale, pur facendo sempre parte, come Predicatore della Casa Pontificia, della Curia Generale dei Cappuccini in Roma».
Ogni cardinale è, anche, consigliere del Papa. «Perché no, ma – chiarisce padre Raniero – soltanto indirettamente, nel senso che il Papa, senza che io lo sappia, può trarre qualche lume dalla parola di Dio che annuncio. Nei due conclavi precedenti, quello per l’elezione di Benedetto XVI e di Papa Francesco, sono stato chiamato a farlo anche direttamente, tenendo, su richiesta del Sacro Collegio, una delle due esortazioni che i cardinali devono ascoltare prima di entrare in Conclave».
Volto televisivo amato dal pubblico
Padre Raniero Cantalamessa è nato a Colli del Tronto (AP) il 22 luglio 1934. Ordinato sacerdote nel 1958, si è laureato in Teologia a Friburgo, Svizzera, e in Lettere classiche all’Università Cattolica di Milano. Già professore ordinario di Storia delle origini cristiane e Direttore del Dipartimento di scienze religiose dell’Università del Sacro Cuore di Milano, è stato membro della Commissione Teologica Internazionale dal 1975 al 1981 e, per dodici anni, membro della delegazione cattolica per il dialogo con le Chiese Pentecostali.
Nel 1979 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno al ministero della Parola. È stato nominato da Giovanni Paolo II Predicatore della Casa Pontificia nel 1980; confermato per Benedetto XVI nel 2005 e il 18 luglio 2013 è stato confermato da papa Francesco in tale carica. In questa veste detta ogni settimana, in Avvento e in Quaresima, una meditazione in presenza del Papa, dei cardinali, vescovi, prelati e superiori generali di ordini religiosi. È chiamato a parlare in molti paesi del mondo, spesso anche da fratelli di altre denominazioni cristiane.
Padre Cantalamessa è anche una figura molto conosciuta e amata dal pubblico televisivo. Dal 1982 ha iniziato a comparire su Raiuno proponendo il commento del Vangelo. Dal 1995 al 2009 (con due interruzioni di un anno) ha condotto la rubrica Le ragioni della speranza all'interno del programma A sua immagine, dando così vita a quella che è stata definita «la più grande parrocchia d'Italia», formata da milioni di suoi affezionati telespettatori (anche al di fuori dell'Italia) e da schiere di corrispondenti. Caratteristico il suo sorridente saluto francescano "Pace e bene".
Ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza all’Università Notre Dame di South Bend (Indiana), in Scienze della comunicazione all’Università di Macerata e in Teologia all’Università Francescana di Steubenville (Ohio). Oltre i libri scientifici scritti come storico delle Origini Cristiane, sulla Cristologia dei Padri, la Pasqua nella Chiesa antica e altri temi, ha pubblicato numerosi altri libri di spiritualità, frutto della sua predicazione alla Casa Pontificia, tradotti in una ventina di lingue.