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venerdì 11 ottobre 2024
 
cannes
 

Ma Parthenope è davvero questa grande bellezza?

22/05/2024  Presentato a Cannes il nuovo film di Paolo Sorrentino, unico italiano in concorso. La vita, dagli anni Cinquanta a oggi, di una bellissima ragazza napoletana in cerca della sua identità. La nostra recensione, con qualche riserva ...

La fontana della Sirena, a Napoli, sorge in piazza Sannazzaro. Richiama mitologie antiche, le avventure di Partenope, angelica creatura di ellenica memoria il cui corpo, si racconta, sia stato ritrovato vicino a Castel dell’’Ovo. È la Napoli misteriosa omaggiata nelle sue canzoni anche da Liberato, è il titolo del nuovo film di Paolo Sorrentino: Parthenope, unico italiano in concorso quest’anno al Festival di Cannes. Non a caso la protagonista nasce nell’acqua, ed è splendida. È figlia della leggenda, il suo nome richiama subito il vero focus di questa storia: Napoli, che un tempo, prima di essere bella e dannata, era una colonia romana chiamata Partenope. 
Sorrentino costruisce un inno alla giovinezza perduta, al desiderio. Il suo è un cinema sensuale e disperato, sempre molto colto. Tante le citazioni letterarie (spicca il John Cheever interpretato da Gary Oldman), e i richiami pungenti a dive del passato (Sophia Loren?). A colpire è la profonda umanità dei personaggi: quando sembrano essere vincenti, alla fine tendono sempre alla sconfitta. Anche la Chiesa ne esce malmessa, rappresentata da un prelato poco dedito alla preghiera e più avvezzo a tentazioni di altra natura. Ma anche lui è l’immagine di un’umanità nella tempesta, senza punti fermi, sospesa tra spiritualità ed edonismo. Si torna a La grande bellezza, con un richiamo personale a È stata la mano di Dio (il calcio e non solo). 
Parthenope è l’invito a cogliere i segreti di un’esistenza che scorre inesorabile, e di una città piena di sfumature, in cui il dramma borghese si scontra con la malavita. Sorrentino colpisce ancora una volta per il suo talento visionario (l’arrivo della malattia nel capoluogo campano), e realizza un tenero riconoscimento all’incanto sepolto sotto la vacuità e la disarmonia. 
La sua Parthenope è una giovane col mondo ai suoi piedi. Corteggiata da tutti, cerca la propria identità, insegue un destino non sicuro. È affascinata dalla cultura, non è estranea alle lusinghe del potere, si fa accecare dai lustrini del cinema. Intanto i decenni scorrono in fretta, e a starle accanto c’è un professore universitario che sarà tra i pochi a indicarle la strada, mentre anche la sua famiglia si disgrega. I ritratti malinconici si fondono con momenti di grande emozione, in una danza a tratti vitale, a tratti funerea, in cui sono molti di più i sommersi che i salvati. 
 

 
 
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