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Saranno tre o forse quattro le udienze nelle quali è chiamato a deporre il cardinale australiano George Pell, prefetto per gli Affari economici del Vaticano. La testimonianza del porporato, già arcivescovo a Melbourne e poi a Sydney, è stata richiesta dalla Commissione che, a Ballarat, vicino Melbourne, indaga su crimini di pedofilia commessi dal clero. Nella prima delle udienze, che si è conclusa alle 12 australiane (le due di notte in Italia) del 29 febbraio, il cardinale - intervenendo in videoconferenza dallo scranno allestito nell’Hotel Quirinale, a Roma -, ha dichiarato che la Chiesa «ha commesso enormi errori, ma sta lavorando per rimediare. Ha causato gravi danni in molti luoghi, ha deluso i fedeli».
Davanti alla Commissione che sta analizzando le risposte delle istituzioni sugli abusi subiti da minori negli anni dal 1970 al 1980, il cardinale Pell ha aggiunto: «Non sono qui a difendere l’indifendibile». Il porporato, che nella giornata del 29 incontra papa Francesco, è accusato di aver protetto una serie di sacerdoti accusati di pedofilia. Allora, ha ammesso, l’idea era quella di «proteggere dalla vergogna l’istituzione, la comunità della Chiesa». Il cardinale, tuttavia ha negato di essere direttamente a conoscenza dei crimini dei preti pedofili che operavano nella diocesi di Ballarat ai tempi in cui lui era viceparroco e assistente del vescovo Ronald Mulkearns. In particolare la Commissione ha chiesto conto dello spostamento di parrocchia in parrocchia del sacerdote Gerald Ridsdale, condannato per 138 reati ai danni di 53 vittime. Il porporato, che ha condiviso con Ridsdale l’alloggio quando erano entrambi giovani preti, ha definito questi spostamenti «una catastrofe».
Alla deposizione assistono di persona 14 vittime – tra le quali il nipote di Ridsdale che accusa Pell di aver cercato di comprare il suo silenzio - e loro sostenitori. Anche a Roma, davanti all’hotel in cui è ospite il cardinale, si sono radunate alcune vittime australiane degli abusi. Pell, in un comunicato diffuso prima dell’udienza, ha dichiarato di sostenere il lavoro della Commissione e ha promesso di incontrarsi individualmente con le vittime che sono venute ad ascoltare la sua deposizione a Roma.





