Non è ancora la fine dell’incubo, «ma si comincia a vedere la luce». Lo dicono a turno tutti: il ministro della Salute Roberto Speranza, il commissario straordinario Domenico Arcuri, il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia. Lo dicono gli operatori sanitari, le infermiere, i ricercatori dell’Istituto, primi a essere vaccinati in Italia. Non bisogna «abbassare la guardia proprio adesso. Dobbiamo continuare a osservare le misure anticontagio finché non saremo tutti in sicurezza». Qui dove tutto è cominciato, il 29 gennaio di quest’anno, con la diagnosi di Covid sulla coppia di anziani cinesi in vacanza nel nostro Paese, e dove il virus fu isolato dall’equipe guidata dalla dottoressa Maria Capobianchi, oggi si riaccende la speranza.
E la speranza ha gli occhi emozionati e sorridenti di Claudia Alivernini, 29 anni, che dice subito: «Dobbiamo fidarci della scienza e vaccinarci. Vaccinarsi è un atto d’amore verso noi stessi e verso le persone che ci circondano». Pensa ai pazienti che ha contribuito a curare in questi mesi, a un «signore ultranovantenne che ha combattuto e vinto riuscendo a tornare a casa guarito, ma anche ai tanti che non ce l’hanno fatta. Insieme con lei e con la Capobianchi c’è anche Omar Altobelli, operatore sanitario «felicissimo per essere stato scelto per questa prima vaccinazione» e che ricorda la paura di contagiare i propri cari e la sofferenza di chi entra in ospedale malato. E ancora le due infettivologhe Alessandra D’Abramo e Alessandra Vergari. «Abbiamo voluto scegliere categorie rappresentative dell’impegno di tutti», sottolinea il professor Vaia «contenti che oltre 80 per cento del personale dell’Istituto ha dato la sua adesione alla campagna vaccinale». Dopo i primi cinque altre 25 persone sono state vaccinate in mattinata e per altre cento è in corso la somministrazione fino a sera.
Una giornata cominciata all’alba con le forze di polizia a presidiare ingressi e scaglionare i giornalisti. «Un grande segnale che non si ferma a Roma, al Lazio e all’Italia», ha precisato Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, «perché faremo di tutto perché il vaccino arrivi gratuitamente a tutti coloro che ne hanno bisogno». Intanto il buio «comincia a diradarsi», aggiunge Arcuri, «sta arrivando una prima luce che potrà portarci fuori da questa lunga notte cominciata dieci mesi fa».