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Pettegolezzi: «Ma è vero quello che ho sentito?»

26/01/2023  Il pettegolo è uno che uccide con la lingua: semina insinuazioni che rovinano la reputazione altrui

Quelli che, parlando con te, criticano o ironizzano su un’altra persona, puoi stare tranquillo che lo faranno anche quando parlano di te con gli altri! Sono infatti persone che non possono fare a meno di avvelenare gli ambienti che frequentano. La loro passione è il pettegolezzo! Una vera piaga, come papa Francesco ha più volte ricordato, in ogni ambito: dalle parrocchie alle congregazioni religiose, dalle diocesi ai luoghi di lavoro.

Chi si lascia andare al pettegolezzo finge molte volte di farlo a fin di bene, cioè di essere realmente interessato alle situazioni. In realtà, vuole raccogliere indizi, dettagli, non per capire meglio, ma per avere il maggior numero di cartucce da sparare. Sì, perché il pettegolo è uno che uccide con la lingua. Getta insinuazioni che piano piano si ingigantiscono, rovinano la reputazione della persona, creano delle false narrazioni, e possono portare chi subisce questo trattamento anche a non farcela a sopportare il peso e lo squallore delle chiacchiere. I pettegoli sono persone che non stanno bene con se stessi, cercano sempre di rovinare l’immagine degli altri, illudendosi in questo modo di migliorare la propria.

Sono persone cariche di invidia che cercano di togliere valore agli altri pensando di riportare i conti in equilibrio. Il pettegolo va in giro seminando insinuazioni al punto da cadere talvolta nella diffamazione, di cui opportunamente può essere chiamato a dare conto in giudizio. Ovviamente con l’avvento dei social il pettegolezzo si è trasformato: chi è infastidito dalla vita degli altri, va a cercare ossessivamente informazioni on line sulla persona che vuole demolire.

Anche per questo cambiamento della comunicazione, il pettegolezzo viene affiancato oggi dalla gogna mediatica: molti, anche tra i cristiani che si dicono espressamente tali sui social, partecipano alla distruzione delle persone con giudizi sferzanti e impietosi, con il pretesto di condannare comportamenti ritenuti inopportuni. Ovviamente, anche qualora il nostro intento fosse ispirato dalla redenzione della persona, non è quello il modo o il contesto. In realtà si tratta solo di un modo di infierire, pensando di nobilitare e accreditare come virtuosa la propria immagine. Forse come discepoli di Cristo dovremmo essere più attenti a vivere una certa discrezione, una certa sobrietà, ma soprattutto a contribuire alla costruzione di un modo di vivere più pacifico e rispettoso, guardando più a se stessi e meno ossessivamente agli altri.

 
 
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