«Un anno molto pesante, per noi, il 2018 ma lo abbiamo superato, abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare per avere giustizia, le istituzioni ci sono state vicino, tutto è andato per il meglio, abbiamo vinto noi, vorrei dire a chi si trova nella situazione in cui ci siamo trovati noi, denunciate, proteggete il vostro lavoro e la vostra famiglia, non abbassate la testa. Se lo abbiamo fatto noi, vuol dire che si può fare». A parlare così, alla cerimonia del Premio Giorgio Ambrosoli è Roxana Roman, originaria di Timisoara in Romania, che nel 2012 ha aperto a Roma il Roxibar. Nel 2018 tre membri del clan dei Casamonica-Di Silvio sono entrati nel locale aggredendo suo marito Marian Roman e una cliente e distruggendo il bar. Roxana ha scelto di non sottostare alle intimidazioni, ha denunciato. È una delle testimonianze più forti della serata, che è memoria e ricordo. Ma memoria e ricordo incarnati nel presente, perché Giorgio Ambrosoli non sia relegato al passato ma vivo nel presente, nella società civile che continua in qualche modo il lavoro, che il suo omicidio gli ha impedito di proseguire.
Il 17 ottobre del 2022 Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca privata Italiana, assassinato l’11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato da Sindona, avrebbe compiuto 89 anni. La moglie Annalori, anima del Premio Ambrosoli, ha ammesso che fa fatica a immaginarselo all’età che avrebbe ora, per lei è rimasto il ragazzo di 45 anni, tra le cui carte ha trovato nascosta quella toccante lettera passata alla memoria collettiva come “Qualunque cosa succeda”, con la quale le affidava, presagendo la propria fine, un testamento spirituale per l’educazione nella legalità a testa alta dei loro tre figli.
Da dieci anni la famiglia Ambrosoli, con una cerimonia, a Milano nell’anniversario della nascita di Giorgio, premia persone “invisibili” della società civile che si siano distinte nella difesa della legalità, che abbiano compiuto correndo rischi il proprio dovere, nel pubblico, nel privato, nelle istituzioni. Un premio all’integrità, alla responsabilità, alla professionalità. Accanto ai due premi assegnati alla memoria di Lea Garofalo, simbolo delle donne che si sono ribellate alla ‘Ndrangheta per salvare i figli, e di Boris Giuliano, emblema degli uomini delle istituzioni che hanno pagato con la vita il servizio in Sicilia, nell'edizione 2022 sono stati premiati: Giovanni Castaldi e Claudio Clemente che «nell’estate del 2005, in qualità di dirigenti dei competenti Uffici della Vigilanza, espressero, resistendo a fortissime pressioni, per mancanza dei requisiti di trasparenza necessati, parere contrario all’acquisizione del controllo della Banca Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi». Maurizio Bortoletti, «ufficiale dei Carabinieri, avvocato specializzato in gestione di impresa, che, operando quale Commissario Straordinario della ASL di Salerno negli anni 2011 e 2012 in un contesto di forti pressioni, denunce, accuse, insinuazioni, ha restituito all’equilibrio operativo l’azienda sanitaria». Antonello Congiu, «già direttore della Biblioteca di Carbonia da lui avviata, sindacalista, segretario generale della Camera del Lavoro della Sardegna Sud Occidentale che a fine 2019 ha denunciato alla Procura della Repubblica gravi irregolarità in merito a numerose pensioni percepite in modo non conforme alle regole». Rossella Pera, insegnante di scuola e giornalista che ha denunciato prima da giornalista free lance e poi da consigliera di minoranza nel Comune «la presenza della criminalità organizzata a Fino Mornasco» nel comasco, prima di finire sotto scorta e trasferirsi prima per un anno all’estero e poi in Toscana dove continua a lavorare come free lance. Giuseppe Piraino, imprenditore edile di Palermo, che «nel 2018 si è opposto alla richiesta di pizzo intervenendo in prima persona, registrando con una telecamera nascosta dentro la giacca il momento dell’estorsione».
Al centro della serata, introdotta dall’inno italiano e dall’inno europeo, una tavola rotonda in tema di contrasto alla corruzione internazionale. Tra gli interventi quelli di Maria Assunta Accili, già Ambasciatrice italiana alle Nazioni Unite a Vienna, Giovanni Tartaglia Polcini, Coordinatore Tavolo Anticorruzione del Ministero degli Affari Esteri, Brigitte Stroble Shaw e Giovanni Gallo dell’UNODC, Agenzia Anticrimine dell’ONU a Vienna, Drago Kos, dell’OECD Working Group on Bribery, Helen Darbshire della UNCAC Coalition e Ian Tennant, GI-TOC Global Initiative, due primarie organizzazioni internazionali della società civile, Patrizia Di Dio, Vicepresidente di Confcommercio – Imprese per l’Italia, Gianna Fracassi, Vicepresidente CNEL
Al centro delle riflessioni l’importanza della società civile come coadiuvante delle istituzioni nella prevenzione, nell’informazione e nell’emersione dei fenomeni corruttivi, un tema che – è stato sottolineato - «non può che andare di pari passo con la protezione di chi si espone contro la corruzione». Imprescindibile, d’altro canto, il bisogno di armonizzare la normativa a livello internazionale per un più omogeneo contrasto ai fenomeni corruttivi e di criminalità organizzata internazionale, tema nel quale l’Italia è all’avanguardia, come ha sottolineato coordinatore della tavola rotonda Giovanni Tartaglia Polcini: «L’Italia ha un posto di rilievo, un profilo unico nel contrasto ad ogni forma di crimine organizzato e corruzione moderna. Lo dimostra in tutti i luoghi in cui si pratica l’armonizzazione normativa, l’Italia è pioniera nello spiegare che a questo contrasto non si arriva senza compartecipazione attiva di società civile e dell’impresa. La corruzione è cambiata, com’è cambiato il crimine organizzato, cosa che l’Italia ha capito 30 anni fa per il prezzo pagato nel contrastarle nelle regole dello Stato di diritto, siamo siamo purtroppo esperti, ma siamo un punto di riferimento globale, abbiamo responsabilità di ridurre le distanze tra come il Paese è e come viene rappresentato. Il premio in questo senso è semina di valori». Una metafora quella del seme che ricorre, che promette futuro: con nuove fioriture e nuove semine. (Nella foto un'immagine di Giorgio Ambrosoli in un disegno tratto dalla graphic novel La scelta di Gianluca Buttolo).