Il poeta cheyenne Lance David Henson.
(Sopra: il poeta cheyenne Lance David Henson)
L’occitano, chiamato anche lingua d’Oc o provenzale, parlato tra Francia del Sud, Spagna e Alpi italiane, il griko della Grecìa salentina, il ladino del Sud Tirotolo, lo yorùbá in Nigeria e in altri Paesi dell'Africa occidentale, arrivato attraverso la colonizzazione e la schiavitù anche in America latina e centrale, l’innu delle popolazioni native del Canada. E ancora, il catalano (anche nella variante di Alghero), il basco, il sardo, la lingua berbera o “Tamazghit”, il cheyenne dei nativi americani, la lingua maori in Nuova Zelanda, il sami in Lapponia, il frisone in Olanda.
Il nostro pianeta è popolato da un’immensa varietà linguistica, pressoché sconosciuta. Un patrimonio sterminato del quale a stento siamo consapevoli: pensiamo che sulla terra esistono attualmente settemila lingue vive ma - come ricorda l’organizzazione Survival International - circa metà della popolazione mondiale ne parla soltanto 23, con una forte predominanza di alcuni idiomi, come l’inglese, lo spagnolo, il cinese mandarino, l’arabo, il francese.
La poetessa canadese di lingua innu Josephine Bacon.
Da dodici anni Ostana, minuscolo borgo occitano - appena 85 abitanti - in provincia di Cuneo, in Valle Po, ai piedi del Moviso, è protagonista di un Premio dedicato proprio alle lingue madri, autoctone o indigene, ospitando autori di 37 lingue dei cinque continenti. Anche in tempi di pandemia ed emergenza sanitaria che impongono il distanziamento, il Premio non rinuncia alla sua missione: dare voce alle lingue indigene del mondo, attraverso la musica, la letteratura, il cinema, creando uno spazio di incontro e di riflessione, affinché esse non vadano dimenticate.
Quest’anno lo spirito della convivéncia, parola trobadorica che significa “l’arte di vivere insieme in armonia”, non si potrà realizzare dal vivo, ma sarà comunque tenuto vivo attraverso la tecnologia. Il 5 e il 6 giugno si potrà seguire il “Premio Ostana: scritture in lingua madre – escrituras en lenga maire – Edizione speciale online 2020” attraverso il sito www.premioostana.it
Salvare il patrimonio linguistico significa, in fondo, salvare noi stessi. Le lingue indigene raccontano la nostra storia, il nostro passato, rimandano alle nostre radici. Ci aiutano a capire chi siamo e da dove veniamo. I sistemi linguistici, anche quelli che non hanno espressione scritta ma solo orale, sono imprescindibili depositari di patrimoni culturali, rfilettono il nostro modo di ragionare, di strutturare il pensiero, di interpretare il mondo che ci circonda.
Le Nazioni Unite hanno proclamato il Decennio Internazionale delle Lingue Indigene 2022-2032. il 2019 è stato l’anno internazionale Onu delle lingue indigene. Si stima che il 97% degli idiomi esistiti siano definitivamente scomparsi: una perdita immane. Secondo l’Unesco, circa il 40% metà del patrimonio della diversità linguistica mondiale sopravvive sotto la minaccia di estinzione. Le lingue hanno una correlazione stretta con l’ambiente in cui si sviluppano e si diffondono. Secondo Survival International, esiste un rapporto diretto fra diversità linguistica e biodiversità: nei luoghi del pianeta in cui si riscontra il maggior numero di specie animali e vegetali viene parlato il maggior numero di idiomi.
Il programma dei due giorni del Premio, attraverso le videoconferenze, è molto nutrito. Fra i vari eventi, si parlerà di poesia con Lance David Henson, poeta Cheyenne, con la poetessa occitana Aurelia Lassaque, con Josephine Bacon di lingua innu (Canada), e con il bretone Antony Heulin. Si rifletterà su lingua, politica e società basca con lo scrittore e poeta Harkaitz Cano e con a traduttrice Lurdes Auzmendi. Il linguista nigeriano Kola Tubosun racconterà l’uso dello Yorùbá nei mezzi di comunicazione e nei social network. il regista e produttore Tore Cubeddu racconterò l’esperienza della televisione sarda EjaTV ai tempi della pandemia. Si viaggerà tra Australia, Galles e Hawaii con il documentario in prima visione in Italia Language Matters with Bob Holman. L'autore maori Witi Ihimaera ha mandato un video nel quale legge un breve racconto (inedito in Italia) rivolto ai bambini italiani in quarantena.
Inoltre, il Premio Ostana dedica un omaggio al grande scrittore, regista e attivista cileno Luis Sepúlveda, scomparso lo scorso 16 aprile a causa dell’infezione del Coronavirus che lo aveva colpito a fine febbraio, con una maratona di lettura incrociata di Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare - favola che ha conquistato il mondo - nelle lingue madri: sardo, catalano algherese, tabarchino, occitano alpino e francoprovenzale. In tempi di Covid-19, un altro omaggio è dedicato al famoso scrittore francese di lingua occitana nonché Max Rouquette, scomparso nel 2005, con letture in musica tratte dal suo romanzo del 1996 La Cèrca de Pendariès (la ricerca di Pendariès), sulle epidemie di peste che flagellarono la Provenza e Montpellier a metà del Cinquecento.
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