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domenica 27 aprile 2025
 
israele
 

"Prima i canti e la festa, poi la musica si è fermata"

30/04/2021  La regista e scrittrice Miriam Camerini era sul Monte Meron, in Galilea, dove la calca a un raduno di ebrei ortodossi ha provocato 45 morti e 150 feriti. Domenica nel Paese sarà una giornata di lutto nazionale.

Baruch Hashem, grazie a Dio, mi sono salvata” racconta al telefono da Haifa Miriam Camerini, che ieri sera si trovava sul monte Meron, in Galilea, dove la calca provocata dal crollo delle transenne a un raduno religioso ha provocato 45 morti e 150 feriti. Studiosa di ebraismo, regista, attrice, collaboratrice del mensile Jesus, Miriam sta studiando a Gerusalemme per diventare rabbina alla scuola Har’El.

“Il raduno di ieri sera”, racconta, “ era il primo evento di massa in Israele da quando, grazie al successo della campagna vaccinale, Israele sta uscendo dalla fase più acuta della pandemia. Ci sono andata per curiosità, anche perché, proprio a causa della pandemia, quest’anno ci si aspettava meno folla. In effetti c’era meno gente rispetto agli anni scorsi, ma sul monte Meron ieri sera c’erano quasi 100 mila persone. Nessuno indossava la mascherina, ma questo non sorprende nel mondo degli ebrei ortodossi che, in questi mesi, hanno celebrato feste, matrimoni e funerali senza prendere alcuna precauzione”.

Il raduno si svolge ogni anno fra aprile e maggio in occasione di Lag Ba’omer, una festività religiosa ebraica situata tra Pesach e Shavuot, 33 giorni dopo la Pasqua ebraica. Il monte Meron è il luogo della tomba del Rabbi Shimon Bar Yochai, riconosciuto come l’autore di uno dei libri fondamentali della Kabbalah: lo Zohar.

“Uno dei simboli della festa è il fuoco”, spiega Miriam Camerini, “non solo sul monte Meron, ma anche in altre località di Israele, ieri Gerusalemme era piena di falò. Di solito, ed è avvenuto anche ieri sera, si fanno appelli per evitare il rischio di incendi. Ma nessuno poteva prevedere la tragedia di cui in questo momento parla tutta Israele”.

Dopo la mezzanotte alcune persone sarebbero scivolate dalle gradinate trascinando con loro altri partecipanti e innescando una fuga di massa in cui a decine sono rimasti schiacciati.

“La festa”, dice Camerini “ è a metà fra il rito religioso e il concerto rock, in cui si cantano brani a tematica religiosa in yiddish o in ebraico ashkenazita. Nei giorni precedenti Lag Ba’omer” molti campeggiano nei dintorni del monte Meron. Poi per la festa vengono allestiti diversi palchi. Io ho seguito l’evento nella zona più esterna, riservata alle donne, e a un certo punto sono salita su una lamiera per sbirciare la festa degli uomini, che cantavano e ballavano. Poi,  fra la mezzanotte e l’una, i vari palchi, uno dietro l’altro, hanno interrotto la musica e dagli altoparlanti ci hanno chiesto di scendere a valle. Io mi stavo già incamminando perché avevo deciso si scendere verso le fermate degli autobus, dopo pochi minuti si è parlato di feriti, sono arrivate le ambulanze che a fatica si sono aperte dei varchi tra la folla, più tardi  ci siamo resi conti che era successa un tragedia. ”.

Venerdì mattina sul  monte Meron si è recato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha proclamato per domenica una giornata di lutto nazionale. Intanto si sta procedendo alla identificazione delle vittime. La stampa israeliana scrive che i telefoni cellulari di alcune vittime stanno squillando. Sono i familiari che li stanno cercando. Per loro sarò uno Shabbat di lacrime.

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