Bambini sul confine fra Turchia e Grecia (Reuters).
(Foto Reuters: minori siriani costretti a lasciare le loro case)
Sul confine fra Turchia e Grecia la tragedia umanitaria di migliaia e migliaia di profughi in cammino verso l'Unione europea diventa sempre più grave. Si parla di almeno 120mila persone che si sono messe in marcia dalla Turchia per raggiungere la frontiera vicina alla città di Edirne, porta dell'Europa. E mentre la Grecia risponde all'esodo di massa dei disperati in fuga dalla guerra rafforzando i controlli e lanciando gas lacrimogeni su famiglie, donne e minori, un bambino è morto affogato nel Mar Egeo mentre tentava con altre 47 persone di approdare all'isola di Lesbo a bordo di un gommone che si è capovolto.
Il dramma dei profughi siriani, ma anche iracheni, afghani e africani, che il presidente turco Erdogan ha deciso di non trattenere più nel proprio territorio, si ripercuote in modo spietato, feroce sui soggetti più deboli, sulle donne e sui bambini. Più di 40mila persone sono presenti attualmente nei campi profughi sull isole greche del mare Egeo, sovraffollati, al limite della sopravvivenza, in condizioni disumane. Il 33%, quasi 4 migranti su 10, sono bambini, ricorda con forte preoccupazione la Ong Save the children. Migliaia di minori, soggetti vulnerabili, indifesi, intrappolati in un inferno sulla rotta tra Turchia e Grecia, costretti molto spesso a dormire all'aperto, esposti a insicurezza, malattie, alla temperature gelide dell'inverno.
«Ai rifugiati e ai richiedenti asilo va garantita l’assistenza e la protezione alla quale hanno diritto», ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the children. «I bambini in particolar modo, e tutte le persone vulnerabili, devono essere protetti ad ogni costo e non possono essere respinti ai confini come pedine in un gioco politico. I minori non accompagnati e le famiglie vulnerabili devono essere ricollocati con urgenza dalle isole greche ai Paesi dell’Ue e vanno accelerati i trasferimenti dei bambini che hanno diritto di ricongiungersi ai propri familiari in altri Paesi membri».
Secondo i dati riportati dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, un milione e mezzo di civili sono stati sfollati negli ultimi tre mesi nella provincia di Idlib, in Siria, al confine con la Turchia, teatro di un pesante conflitto tra forze del regime di Damasco e di Mosca, da un lato, e forze turche e filo-turche dall'altro. Il 60% degli sfollati sono bambini e il 20% sono donne.
Sempre secondo Save the children, a causa dell'escalation delle violenze, nella provincia di Idlib quasi un milione di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, più della metà si tratta di bambini. Nella regione martoriata circa 280mila minori non possono più andare a scuola e studiare. Lo scorso gennaio, denuncia la Ong, almeno 77 bambini sono stati uccisi o sono rimasti feriti nel Nord-ovest della Siria a causa dei conflitto.